Rock Impressions

Presto Ballet - The Lost Art of Time Travel PRESTO BALLET - The Lost Art of Time Travel
Progrock Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog
Support: CD - 2008

Gli americani Presto Ballet giungono oggi al loro secondo lavoro, dopo il buon “Peace Among The Ruins” del 2005. La musica proposta dal quintetto è un Progressive Rock di matrice settantiana, con influenze Hard Rock , ma per lo più con melodie tastieristiche e quant’altro Genesis e compagnia bella ci hanno lasciato. Quello che colpisce immediatamente è il miglioramento della band, sia in sede compositiva che produttiva. Un artwork davvero curato e sette brani (compresa minisuite) che fanno la felicità di tutti coloro che respirano Prog. Molti gli spunti interessanti che vengono da me estrapolati di qua ed in là dei brani, così come i cambi di tempo, ne colgo molti di buona fattura ed eleganza, ma non tutto scorre come dovrebbe. Pensando che fosse il mio stato umorale a non farmi gradire al 100% questo disco, ho deciso appositamente e scrupolosamente di ascoltarlo più della mia media delle volte, ma sempre con lo stesso risultato. Eppure è strano, non manca assolutamente nessun ingrediente! Non posso dire che soffra di staticità, perché quando penso ciò, la musica si muove verso altre coordinate, quando penso che un passaggio è datato, ecco che i ragazzi sono pronti a smentirmi con un arricchimento di stampo moderno… E poi Mellotron, sintetizzatori analogici, ciò che serve a fare un prodotto del genere in tutto e per tutto.

Ci sento molto gli Spock’s Beard , anche loro americani, ma manca la magia. Ecco, forse manca proprio lei, ho come la sensazione che i Presto Ballet abbiano vissuto questa musica, assimilandone i passaggi più interessanti, ma furbescamente si sono limitati a ripeterli lì, senza arricchirli con personalità. Non voglio stroncare assolutamente un disco che di cose buone al suo interno ne ha, tuttavia non me la sento neppure di elogiarlo, in quanto personalmente sostengo di più chi osa sperimentare nuove soluzioni, piuttosto coloro che ripetono i fasti dei tempi che furono. Questo non toglie che se i Presto Ballet avessero fatto un disco scorrevole e malgrado tutto datato, non li avrei elogiati in eugual maniera. La musica quando è bella è bella, senza pregiudizi e paraorecchi di sorta. Mi piace la suite “One Tragedy At A Time”, anche la conclusiva “Haze” è notevole, ma il mio ascolto arriva stancamente alla fine.

Freddezza, questa è la mia sensazione definitiva, una grande band, tanta bella musica, senza ombra di dubbio ma in me non ha lasciato il segno ed è passata gelida fra le orecchie.
Colpa mia, forse si, ma aspetto il terzo disco per poter avere la certezza che non stiamo parlando di un flop. Presto Ballet, smentitemi, le capacità ne avete a bizzeffe, e ne sarò felice. MS


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