Rock Impressions

Postures - Halucinda POSTURES - Halucinda
World in Sound
Distribuzione italiana: -
Genere: Post Modern Prog
Support: CD
- 2016


I Postures sono una giovane band svedese di Gothenburg, giunta al secondo album. Lo stile ricorda vagamente quello dei Leprous. Un heavy prog sperimentale venato di psichedelia e contaminato con l’alternative. Il cantato è affidato a Paulina Nystrom, le chitarre sono in mano a Benjamin Watts e Viktor Andersson, il basso a David Petersson e la batteria a Isak Bjorhag, questi ultimi due suonano anche le tastiere e si occupano degli effetti sonori.

L’inizio è affidato al brano eponimo, una canzone fortemente caratterizzata da un ritmo sincopato, il nervosismo è palpabile, tecnicamente il gruppo dimostra di essere molto preparato, anche se le parti più dinamiche graffiano i sensi, preferisco di gran lunga gli stacchi riflessivi e pacati, dove la band riesce a raggiungere un ottimo lirismo. Il brano è comunque molto complesso e offre diverse situazioni e nel complesso colpisce per inventiva. “Myriad Man” è ancora più sincopata e tormentata, questa insistenza non mi ha ben disposto all’ascolto, è qui che ho sentito maggiormente la vicinanza ai Leprous, però col brano successivo si cambia registro. “Every Room” parte lenta, dominata dal cantato evocativo di Paulina, che trovo molto penetrante. Il brano resta per tutto il tempo sognante e mi ha ricordato i migliori Landberk e i Mermaid Kiss. La breve “A Million Sequences” se possibile è ancora più dolce e sensuale e questa dimensione mi piace molto, ma dopo la delicatezza dei brani precedenti il ritorno ad atmosfere più ruvide ci sta bene ed ecco quindi “Wavemaker”, che sfiora gli undici minuti. Molto energica e aspra, ma mostra anche momenti psichedelici rarefatti e molto suggestivi. Il finale è bellissimo, gran prova di questa band. “Hexa Luna” è uno degli episodi dove la psichedelia è più presente, il gruppo crea dei giri avvolgenti di buona efficacia. Senza soluzione di continuità si arriva alla conclusiva “In the Dark”, che è quasi spettrale nella sua lentezza e nel suo pathos notturno, poi un discreto crescendo porta il brano su ottimi livelli.

Per adesso i Postures non hanno inventato nulla, però stanno mostrando dei segnali molto positivi e credo che con un po’ di tenacia potrebbero regalarci grandi emozioni, hanno tutte le potenzialità per lasciare un segno profondo nel panorama del prog post moderno. GB

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