.
La copertina di "Tre" dei Pierrot Lunaire richiama totalmente
quella di "Gudrun", secondo ed ultimo episodio discografico
dei nostri artisti. Non è casuale, è un tributo ad una
band che negli anni '70 si è affacciata nell'intricato labirinto
delle realizzazioni Progressive minori, dove "minori" sta
per meno distribuite discograficamente e non al riguardo del valore
artistico. Stiamo dunque parlando di Rock Progressivo italiano datato
e di musica importante, a cavallo fra il Rock ed il Folk italico,
musica per la mente.
La gemma però risale al 1974 ed ha il titolo omonimo della
band. Questo disco racchiude in se diversi brani gradevoli, esempio
di eleganza e concretezza, uno squarcio di cultura degli anni che
furono e aggiungo io, irraggiungibili.
Vannuccio Zannella, sensibile produttore di musica Prog italiana,
rispolvera i fasti di questo trio artistico e in qualche maniera porta
merito anche alla memoria di Gaio Chiocchio, autore dei molti brani,
scomparso prematuramente quindici anni fa. "Tre" è
un appendice a quello che avrebbe dovuto essere il proseguo di "Gudrun",
gia album travagliato e faticosamente giunto al traguardo dell'uscita
discografica nel 1976. Tre infatti sono anche i brani inediti contenuti
in questo disco, oltre che il numero dell'album in ordine cronologico.
Le composizioni si intitolano "Soldato", "Cilla"
e "What'd You Say" e sono state scritte proprio da Chiocchio.
In questo album tributo si rende merito alle migliori canzoni dei
Pierrot Lunaire e lo si fa con band di oggi che poco hanno da invidiare
ai nomi altisonanti degli anni '70. Ci sono Il Segno Del Comando,
i giovani e sorprendenti Gran Turismo Veloce, i Sciarada, InSonar
per non parlare del vocalist sperimentatore per eccellenza del Prog
odierno, Claudio Milano (Nickelodeon) assieme a Mario Tuppo ed ai
Liir Bu Fer e poi i bravi Central Unit ed infine proprio il tastierista
Arturo Stàlteri, storico membro della band. Ma le chicche non
finiscono, ci sono pure le versioni alternative di "Sonde In
Profondità" e "Mein Armer Italiener" incise
nel 1975 e poi rifinite in quel "Gudrun" a cui accennavo
all'inizio.
Le canzoni risuonate con personalità dalle band in questione
acquistano in freschezza e potenza, tanto da farmi riflettere...Cosa
avrebbero potuto fare oggi i Pierrot Lunaire con la nuova tecnologia
e strumentazione!
Il Segno Del Comando attraverso la propria aura Dark donano a "Lady
Ligeia" una veste ammaliante, dove la ciclicità armonica
ipnotizza l'ascoltatore. Notevole la versione de "Il Re Raipure",
le sensazioni ci portano con la mente agli anni '70, dove il Folk
Prog aleggiava con leggiadria. I Sciarada suonano "Dietro Il
Silenzio", brano che calza loro a pennello, grazie all'incedere
psichedelico. Non differente l'approccio degli InSonar in "Plasir
D'Amour", focalizzato su gorgheggi vocali e narrati. Ancora atmosfere
grevi con Claudio Milano e nuovamente approfondimenti vocali, quelli
che a lui riescono con naturalezza in "Gallia".
Superba prova anche per i Central Unit con "Giovane Madre",
dove l'attenzione è concentrata in prevalenza sul sax.
Stàlteri accompagnato dal suo pianoforte invece tocca l'anima
con la delicata "Morella". Venendo invece ai tre inediti,
devo ammettere che da soli valgono il prezzo del disco. "Soldato"
si apre con un piano che sgocciola note in maniera rarefatta, ed è
dolce e delicata. Più ricercata "Cilla" anche nel
cantato, mentre "What'd You Say" è acustica con chitarra
e voce.
Questo disco farà la gioia di tutti i cultori del Prog d'autore
italiano, uno sprazzo di sereno in questo mondo nuvoloso colmo di
scariche elettriche. MS
|