Rock Impressions

Pendragon - Pure PENDRAGON - Pure
Toff Records
Distribuzione italiana: - Audioglobe
Genere: Prog
Support: CD - 2008


Ascoltare i Pendragon è come affrontare un viaggio temporale. Nel suono della band di Nick Barrett comunque sia, ci sono dei punti di riferimento inamovibili, ad esempio la sua chitarra. I Pink floyd più ispirati sono un solido punto di riferimento al quale Nick attinge brano per brano. La band attiva dal 1978, quando assieme ai Marillion , IQ, Pallas e pochi altri creano il New Prog, ci ha entusiasmato con lavori davvero epocali. Come non rimanere estasiati avanti al trittico “The World”, “The Window Of Life” e l’irraggiungibile “The Masquerade Overture”, episodi che segnano più che un ascoltatore, riportando il genere Progressive all’attenzione del grande pubblico. Poi episodi personali segnano la vita dell’artista Barrett, la separazione coniugale destabilizza il suo stato umorale e questo in qualche modo si ripercuote anche nella musica. Seguono buoni album come “Not Of This World” e “Believe”, ma qualcosa sembra essersi inceppato. Si ha come la sensazione che i Pendragon girino ciclicamente il meglio dei loro pezzi senza variarne di molto il contenuto e la forma, in parole povere un periodo di apparente stagnazione artistica. C’è bisogno di una svolta, come è accaduto da “Kowtow” a “The World” negli anni ’80, pur come dicevo all’inizio, strettamente dentro ai punti di riferimento inamovibili.

Ecco allora che in “Pure” il lavoro di arrangiamento del grande tastierista Clive Nolan (Arena, Strangers On A Train, Shadowland etc.) diventa un punto importante. Via le tastiere protagoniste assolute e quindi invadenti, per un avvicinamento ad un suono più elettronico fine e poco invasivo. L’album è decisamente più chitarristico e se vogliamo anche più duro. Non resta che constatare, o meglio sottolineare, l’importanza che Steven Wilson (Porcupine Tree, Blackfield, No-Man, etc.) ha avuto per il Progressive moderno, le sue arie malinconiche e le atmosfere dure e psichedeliche le ritroviamo dappertutto, in tantissime band Prog di oggi e neppure i maestri del genere esulano da questo fatto. Il sound si rinfresca dunque, il connubio New Prog e Psichedelia è stupendo e due brani come “Indigo” e “It’s Only Me” da soli valgono l’acquisto del disco. Un Barrett perfino ingrassato, ma più deciso, coraggioso nel voler tentare una svolta nella sua stupenda carriera. La ritmica di Peter Gee (basso) e Scott Higham (batteria) è perfetta, trascinante quanto serve.

“Pure” è un disco che grida vendetta, date ai Pendragon quello che è dei Pendragon! Capolavoro? Quasi, assolutamente sfiorato, solo a causa della mancanza di un altro brano spettacolare come i sopraccitati, ma per chi scrive tutto questo è di già sufficiente.
Overdose di adrenalina, Barrett arrabbiato il giusto, una nuova faccia, un sound fresco e moderno. Tanto di cappello signori, non fermate la vostra mutazione, qui gia si gode da matti. 30 anni di Prog non a caso! Auguri. MS

Altre recensioni: The History; Believe; Past and Present; Concerto Maximo; Out Of Order Comes Chaos; The Masquerade Overture

Intervista

Retrospettiva su Clive Nolan

Sito Web


Certo, non possiamo attenderci sconvolgimenti epocali da Nick Barrett e dalla sua ciurma, giunti con "Pure" al loro ottavo disco lungo (ma ho perso il conto delle varie raccolte ed edizioni limitate, oltre ai singoli ed ai live succedutisi copiosi negli anni), successore di quel "Believe" pubblicato nel 2005. Ma qualcosa è cambiato, tant'è vero che lo storico batterista Fudge Smith non è più della partita, sostituito dal solido Scott Higham.

Nulla di particolare, fino ad ora, eppoi "Indigo" inaugura il disco in pieno Pendragon-style, con quelle liquide chitarre pinkfloydiane ed i suoi quindici minuti scarsi di durata (e che tornano nella conclusiva "It's only me"). Eppure il suono si è fatto più duro, addirittura a tratti oscuro, riprendendo in parte certe ambientazioni fatte proprie e perfezionate dai titolati best-sellers underground Porcupine Tree. E che dire poi del riffone glam/hard rock che scuote "View from the seashore", primo capitolo della suite "Comatose"? Quivi sì che Nick si fa cattivo e graffiante, lasciando a Clive Nolan ben poco spazio, che il tastierista comunque sa ritagliarsi con gran mestiere. E della citazione "I was flicking through my Bowie LP Ziggy Stardust saved my life..." che apre "Freakshow", altro episodio da tenere in considerazione, nello sviluppo in parte inedito della formula ora adottata dall'amato Pendragone? Che comunque poggia ancora sulla splendida sei corde e sul basso onnipresente del fido Peter Gee, coll'onnipresente Nolan vera garanzia di successo.

"Pure" è un disco onesto, suonato coll'anima e col cuore, lontano anni luce da calcoli e da tentazioni mainstream. Può piacere o meno, questo ovviamente è soggettivo, comunque il quartetto ha saputo rinnovarsi senza svendersi , mantenendo intatta quella naiveté che lo ha reso grande, pur in un ambito ristretto come quello del new-prog-rock. Etichetta che ora gli sta strettina, come certe giacche acquistate troppo in fretta, senza provarle con cura e pazienza. Carino il DVD che segue il disco audio, testimonianza del lavoro svolto dai nostri e dell'amore che infondono nel loro operato. AM

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