Rock Impressions

Parallel Or 90 Degrees -  A Can of Worms

PARALLEL OR 90 DEGREES - A Can of Worms
The Best of Po90 1996-2001
ProgRock Records
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: 2CD - 200
9

Aspettavo da tempo notizie di questa formazione prog, dalla quale sono uscite due stelle di prima grandezza come il tastierista Andy Tillison (The Tangent) e il chitarrista Guy Manning, ma della partita è stato anche Sam Baine, che si è fatto pure notare e altri ancora che sono conosciuti fra i cultori del prog. Ma la verità è che la band si è sciolta, perché vari membri sono andati ad abitare lontano gli uni dagli altri, come recitano le note del booklet, e non sembra possibile cambiare le cose, ma la notizia eccezionale, che deriva proprio dal sito del gruppo, è che la band quest’anno si è finalmente riformata e siamo già in attesa delle nuove mosse. Questa che quindi sembrava essere la raccolta definitiva di quanto di buono la band aveva prodotto, con l’aggiuta di materiale inciso nel 2002, ma rimasto inedito, è in realtà il viatico a future produzioni che ci auguriamo possano quanto meno eguagliare gli splendori passati.

Ricordo che il gruppo mi colpì fin dal primo ascolto, anche se non mi era piaciuta la copertina del loro disco (Unbranded), ma riascoltandoli oggi dopo tanto tempo ho apprezzato ancora più a fondo il loro stile visionario e magniloquente, prog grandioso, moderno, molto vario e carico di tensione, come dei novelli Van Der Graaf, con un piglio leggermente meno dark, ma non meno geniali. Questa raccolta è composta da due cd zeppi di musica, da suites a brani di media lunghezza è tutto un susseguirsi di partiture ardite, ricche di collegamenti e variazioni, ma tutte all’insegna di una ricerca sincera e profonda. Ovviamente abbiamo ritrovato il genio di Tillison, che nei Po90 comunque firmava quasi tutti i brani, nei The Tangent, che sono la sua creatura con la quale ha ottenuto i maggiori riconoscimenti, ma i Po90 erano più avventurosi e sperimentali e quindi fondamentalmente più interessanti. Sul primo cd c’è anche un cameo dell’amico Roine Stolt nel brano inedito “Blues For Lear”. Non voglio eccedere nella descrizione del materiale contenuto, anche perché è davvero parecchio, ma sono sicuro che i veri amanti del prog hanno già capito che si tratta di un titolo da non perdere.

Questo doppio cd ci da la possibilità di approfondire la conoscenza di questa notevole band, che ha dato alle stampe ben cinque album in studio, sarebbe bello potersi procurare tutta la loro discografia, ma intanto ci possiamo rifare con questo titolo molto ricco, al resto ci penseremo poi. Comunque questo non è un addio, ma solo un arrivederci a presto. GB

Altre recensioni:
Unbranded

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