Rock Impressions

Le Orme - La Via della Seta LE ORME - La Via della Seta
Le Orme / Ice Records
Distribuzione italiana: Self
Genere: Prog
Support: CD - 2011

Le Orme, una delle formazioni più significative del nostro panorama prog, ha perso per strada un altro pezzo della propria storia, Aldo Tagliapietra è uscito dalla band per divergenze non ancora chiarite, una ferita certo, una ferita profonda che poteva segnare la fine dell’avventura di una delle formazioni più care del prog tricolore… e invece rieccoli qui con un disco che sembra segnare una nuova rinascita artistica di questa storica band a cui siamo affezionati per le grandi pagine di musica che ci hanno saputo regalare. Non voglio dilungarmi con note biografiche, delle Orme si sa o si dovrebbe sapere l’importanza, passiamo quindi alla musica contenuta in questo nuovo disco dal titolo suggestivo.

Le Vie della Seta è un’opera rock che, visti i tempi che stiamo vivendo, suona quanto mai attuale, il viaggio di Marco Polo ha rappresentato uno storico incontro di popoli e culture, che ancora oggi ci interroga e ci stimola varie riflessioni, un tema sicuramente azzeccato per un’opera prog dai molteplici contenuti. L’avvio con “L’Alba di Eurasia” pone subito in chiaro che la band ha voglia di fare prog, uno stacco di batteria pomposo e articolato lascia il posto ad un delicato arpeggio di chitarra molto poetico, è l’inizio in grande stile di un disco che si preannuncia ricco di contenuti. “Il Romanzo di Alessandro” ha un incedere sottolineato da un basso pulsante, è uno strumentale dove la band sembra volersi riscaldare con ritmiche dinamiche, ma la vera magia arriva con la visionaria “Verso Sud”, fa il suo ingresso il singer Jimmy Spitalieri, che è dotato di una bella voce molto calda e ci fa sognare fasti passati, nuovamente vivi. “Mondi Che Si Cercano” ci permette di gustare la bravura di Michele Bon, con dei virtuosismi di tastiere che ci avvicinano alla musica classica. Una serie di pezzi brevi creano un crescendo che si conclude con la muscolosa “29457, L’Asteroide di Marco Polo”, altra zampata di classe. Ogni traccia è un piccolo affresco, ma si sente una forte unità compositiva, ottimi i suoni e curati gli arrangiamenti, Le Orme hanno fatto un gran lavoro per cancellare ogni dubbio sulla bontà della loro tenuta artistica. Molto riuscita anche “La Prima Melodia”, i cuori degli appassionati di prog settantiano batteranno forte su questo brano. Il disco funziona dall’inizio fino alla fine, che si conclude con la title track, apoteosi finale.

Non credo sia facile dare alle stampe un disco così bello per una band che ha alle spalle una tradizione così lunga, ma questi artisti sono riusciti in un’impresa sicuramente dagli esiti tutt’altro che scontati. Ora sta a vecchi e nuovi fans dar loro ragione, i loro sforzi vanno ripagati col cuore. GB

Altre recensioni: Live in Pennsylvania

Intervista: 2008; 2011

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