Il Progressive Rock in Italia ha avuto dei nobili portabandiera, sin
dai primi anni ’70. Sappiamo tutti chi sono Il Banco Del Mutuo
Soccorso, la Premiata Forneria Marconi e gli Area, ma chi ha aperto
la porta ufficialmente al genere sono state Le Orme con “Collage”.
Una band che si è sempre espressa al meglio in sede live. Una
formazione a tre che guarda più verso i Quatermass che agli
Emerson Lake & Palmer. Una lunga carriera , con i propri alti
e bassi, compresa la breve pausa che va dal 1983 al 1986, ma sempre
dedita fedelmente ai propri Fans. Gli anni sembrano non aver scalfito
la verve di Tagliapietra e soci, tornati oggi dopo il periodo più
elettronico degli anni ’80 ad un Prog più classico e
sinfonico. Il trittico “Il Fiume”, “Elementi”
e “L’infinito” non solo ci riporta alle belle sonorità
di un tempo, ma gode di una inaspettata freschezza.
Con questo”Live In Pennsylvania”, la band hanno dimostrato
di avere ancora tanta passione
da regalare ai propri ammiratori. Questa partecipazione all’edizione
del 2005 del prestigioso Nearfest è la dimostrazione di quanto
amore e di quanto rispetto ci siano ancora per questi vecchi leoni,
ma soprattutto abbiamo la testimonianza di una prova di grande carattere.
Le Orme sono in forma smagliante, sembra davvero che in questi anni
la band, non solo non abbia perso smalto, ma che sia addirittura migliorata,
in effetti l’esibizione proposta e catturata in questo titolo
ci mostra un gruppo che ha saputo rileggere i propri classici rendendoli
attuali come se fossero stati composti da pochi anni, invece che da
oltre trenta, e questa è con tutta probabilità la cosa
più bella. È ovvio che i classici qui riproposti sono
stati eseguiti con grande rispetto, ma il sound che esce è
fresco, accattivante, non suona per nulla vintage o nostalgico, credo
che questo sia possibile sono grazie ad una grande passione e ad una
profonda onestà artistica, che va giustamente riconosciuta
a questi musicisti.
Credo che ogni amante del Prog (non solo italiano) abbia imparato
ad amare classici come “Cemento Armato” o Felona e Sorona,
che viene riproposto praticamente per intero, oppure la popolare “Gioco
di Bimba” che ha dato una certa notorietà alla band anche
presso il pubblico non legato al Prog, ogni brano proposto dei diciotto
in scaletta è un pezzo di storia del Prog internazionale, la
fotografia di un epoca che ancora oggi trova tanti appassionati in
tutto il mondo.
Aldo Tagliapietra (voce, basso, chitarra e sitar), Michi Dei Rossi
(batteria), Michele Bon (hammond, tastiere e guitar simulator) e Andrea
Bassato (piano, tastiere e violino) sul palco hanno fatto scintille,
forse la voce di Tagliapietra non è più squillante come
un tempo, ma si tratta di un difetto di poco conto, restano pagine
di musica memorabile che descrivere in questo breve spazio non è
facile, dai duetti di tastiere, alle belle ritmiche di batteria, alla
chitarra synth di Michele Bon.
Ce ne sarebbero di cose da raccontare, ma in fondo quello che resta
è un’esibizione che lascia ammirati e desiderosi di aver
partecipato all’evento. GB + MS
Altre recensioni: La Via della Seta
Intervista: 2008; 2011
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