Rock Impressions

Metal Church - The Human Factor METAL CHURCH - The Human Factor
Sony / SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 1991 - 2006
 

I Metal Church sono una delle mie Metal band preferite, sono cresciuto da ragazzo con le oscure storie della Chiesa del Metal. “The Dark” è rimasto incastonato nel mio cuore, quando ancora fremevo avanti a nuove sonorità metalliche. La band in seguito ha subito delle defezioni importanti, che ha leggermente deviato il sound. La dipartita del chitarrista Vanderhoof e del carismatico vocalist David Wayne ha lasciato un segno, non solo nella band ma anche nei propri fans. Non la presi bene, ricordo che guardai la nuova formazione con uno sguardo scettico e comunque sia, in quegli anni tutte la band di Seattle hanno subito nuove contaminazioni (Grunge), per cui la mia preoccupazione era ancora maggiore.

Per fortuna mi sbagliavo, “The Human Factor” è un buon disco e per giunta ha anche ricevuto un buon riscontro di critica e di vendite. La band, anche se con nuovi elementi, mette sul tavolino tutta la propria esperienza, arricchendola con nuove sonorità, ecco allora brani quasi Thrash, come l’iniziale title track “The Human Factor”. Un album di una carica positiva davvero invidiabile, pur restando meno oscuro delle altre precedenti realizzazioni. Ancora oggi mi esalto con l’Hard Rock di “The Final Word” e “In Mourning”. L’album sorprendentemente, ascoltato oggi, sembra non aver perso nulla del fascino primordiale, a dimostrazione di un prodotto valido e professionale, uno dei punti massimi della loro carriera. Chi non ha avuto modo di ascoltare “In Harm’s Way” con la bellissima voce di Howe, con questa ristampa potrà goderne a pieno. Questa è una ballata alla Church, ossia delicata e con una tonalità oscura che aleggia in tutto il brano. Certo non siamo ai livelli di “Watch The Children Pray”, ma la sua bella figura è assicurata. Dopo una manciata di buone Speed song è la volta della stupenda “Free From Reality”, poi uno sguardo indietro con “Betrayed” e una buona conclusione con “The Fight Song”.

Si, questa ristampa merita attenzione, anche se ritengo non sia il loro miglior disco, preferisco le esordienti inesperienze di “The Dark”, l’ho gia detto, ma non lo ripeto a caso, cercate anche questo. MS

Altre recensioni: A Light In The Dark; This Present Wasteland


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