Rock Impressions

Metal Church - A Light in the Dark METAL CHURCH - A Light in the Dark
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2006
 

Era Maggio del 2005 quando il cantante carismatico di questa gloriosa band Americana, David Wayne, lascia questo mondo ed un grande vuoto. I Metal Church sono un vecchio combo che,con “The Dark”, negli anni ’80 si è ritagliato un posto di nicchia nell’olimpo dei grandi, creando un sound unico, a tratti oscuro ed allo stesso tempo potente, di facile identificazione.

Ronny Munroe, il nuovo cantante, non ha certamente un compito facile da affrontare, ma lo svolge con notevole professionalità e grande impeto. Il risultato è più che buono, così come tutto il lavoro della band.

Il precedente “The Weigh Of The World” ha scisso in due i fans del gruppo i quali, già colpiti dalla morte di Wayne, non vedono di buon occhio il nuovo corso artistico. Ed i Metal Church che ne pensano di tutto ciò? La risposta la troviamo direttamente in questo nuovo disco “A Light In The Dark”, tutta la rabbia, la potenza e lo stile classico della band fuoriesce con il suo fascino, mentre la prova di Munroe è di quelle che non ti aspetti.

Apre proprio la title track “A Light In The Dark”, oscura, cattiva e al vetriolo, capace di catapultarci all’indietro direttamente negli anni ’80. Vale il detto “il buongiorno si vede dal mattino”, ecco dunque “Beyond All Reason”, cadenzata e ruffiana nel ritornello a colpirci in pieno viso. Il KO ce lo riserva la successiva “Mirror Of Lies”, canzone più veloce che mostra Jeff Plate alla batteria in ottima forma. Inseguimenti di chitarra, proprio come la vecchia scuola Heavy Metal ci insegna, scaricano bordate di adrenalina. “Disappear” mi ricorda molto i Savatage ed i Judas Priest, soprattutto nel cantato. Si prosegue con “The Believer”, un mid tempo avvolgente ed anacronistico e a seguire la lunga e bellissima “Temple Of The Sea”, palestra per l’ugola di Munroe. Arpeggi di chitarra, cambi di tempo ed arie alla Queensryche (quelli più sognanti) lasciano spazio alla nostra fantasia. Un brano che di per se, fa guadagnare la piena sufficienza ad un lavoro che si articola degnamente senza infamia né cali di stile. Bellissima la sorpresa finale con il rifacimento del classico “Watch The Children Pray” , tratto proprio dal mitico “The Dark”.

La chiesa del Metal ha riaperto le sue porte, entrate fedeli. MS

Altre recensioni: The Human Factor; This Present Wasteland


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