Rock Impressions

MARILLION - Estragon - Bologna, 26 Aprile 2007
di Michele Maestrini

Questa sera i Marillion hanno dimostrato di essere sicuramente uno dei gruppi piu’ sinceri e coraggiosi degli ultimi anni. Ian Mosley ha affermato in un'intervista che ogni sera che salgono su un palco sanno già che alcuni fans alla fine del concerto si lamenteranno perché non hanno avuto modo di sentire alcuni dei loro pezzi preferiti. In effetti sarebbe facile proporre per l’ennesima volta una "Easter" o una "Cover My Eyes"… e sarebbe altrettanto facile proporre una "Keileight" riesumata dal passato, ma i Marillion sanno dove vogliono andare… e della band rivelazione new prog degli anni ottanta sono rimasti solo alcuni componenti. Nient’altro.

Scaletta coraggiosa quindi, incentrata come sempre solo ed esclusivamente sul periodo Hogarth e contenente sei (!) brani dall’ultimo disco, segno tangibile che la band crede molto nella propria musica. La cosa che mi ha impressionato di più è stata sicuramente la performance di un Hogarth che fin dalla iniziale "Splintering Heart" si è dimostrato cantante di una bravura fuori dal comune, con una performance vocale perfetta e con una padronanza del palco da vero grande artista.

Il pubblico non è arrivato numeroso come mi sarei aspettato, forse un migliaio di persone, ma con un entusiasmo e una foga da sembrare almeno il doppio… e la band ha risposto con una grande performance, anche se la scelta dei pezzi non è stata completamente azzeccata, con un concerto altalenante, caratterizzato da momenti quasi noiosi e altri invece veramente coinvolgenti. I Marillion sono una band dalla discografia divisa in due e i ricordi di Script For a Jester’s Tear sono totamente lontani non solo temporalmente ma soprattutto concettualmente. Due band distinte, completamente differenti, forse i secondi Marillion hanno avuto la tendenza a strizzare l’occhiolino alle mode più di una volta ma hanno saputo proporre dischi favolosi e non so che senso avrebbe un eventuale ritorno (che comunque ritengo impossibile) all’epoca Fish, con una reunion o semplicemente con la riproposizione dei pezzi di allora. I brani dell’ultimo album hanno reso molto bene dal vivo e devo dire che mi hanno invogliato all’acquisto del nuovo cd.

Devo ammettere che l’impressione del primo ascolto non è stata pienamente confermata e da quello che mi sembrava un album un po’ piattino e ripetitivo, fatto sulla falsariga di quel capolavoro di Marbles (che oso affermare sia probabilmente il disco piu’ riuscito dell’intera discografia), ma più commerciale e meno ispirato. Oggi, dopo ripetuti ascolti posso affermare invece
che è un album di ottimo livello, che cresce col tempo. Mi ha dato comunque l’impressione di essere un altro disco di transizione in attesa dell’ennesima svolta.

A mio avviso i pezzi più coinvolgenti sono stati sicuramente il brano di apertura "Splintering Heart", tutti i pezzi tratti da Marbles (forse non azzeccata l’idea di proporre per il primo bis la stupenda ma difficile "Invisibile Man" data la stanchezza del pubblico), e "King", tratta dal bellissimo Afraid Of Sunlight. Meno belli sicuramente ma comunque dal vivo molto coinvolgenti i pezzi più commerciali come "Separated Out" e "Between You And Me". Finale da brividi con la dolcissima "Beautiful" e la conclusiva "Neverland", un brano capolavoro da emozionare anche i cuori più duri! Peccato per la totale esclusione di brani da "Brave", ma pazienza, ci rifaremo nel 2008 in quanto già prevista l’uscita del 15 esimo album della band, che sono sicuro ci saprà stupire ancora una volta, con un altro ottimo disco e un altro tour con i fiocchi.

La Band:
Ian Mosley: non di certo un virtuoso, ma comunque un batterista sempre al servizio della melodia del pezzo. Preciso senza perdere un colpo, è una roccia e mi piace sempre molto.
Pete Trevawas: un animale da palco, sempre coinvolgente e dalla tecnica indiscussa.
Mark Kelly: algido e distaccato, pochi sorrisi, sempre ottimo ma non troppo presente.
Steve Rothery: il mago dell’assolo melodico, molto gilmouriano ma questo gia’ si sapeva.
Steve Hogarth: se dovessi fare il cantante vorrei avere una voce come la sua. Strepitoso!

Scaletta:
01. Splintering Heart
02. You're Gone
03. Thankyou, Whoever You Are
04. See It Like A Baby
05. Fantastic Place
06. Voice From The Past
07. The Damage
08. Somewhere Else
09. The Last Century For Man
10. Mad
11. Separated Out
12. Between You & Me
13. King
encore
14. The Invisible Man
15. Beautiful
16. Neverland

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Recensioni: Script For a Jester's Tear; Marbles; Happiness is the Road

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