Rock Impressions

Mantra - Hate Box MANTRA - Hate Box
Horus Music
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2006

L’Hard Rock anni ’70 è qualcosa di veramente unico, un fenomeno musicale coinvolgente, dall’abbraccio stritolatore così forte da farti sentire il cuore di chi suona pulsare sopra il tuo. Ecco, proprio questo ci mettono i nostrani Mantra, il cuore, quello che batte mille all’ora quando è raggiunto da queste sonorità. La capacità dei ragazzi sta nel rispolverare i suoni dell’epoca arricchendoli di modernità, tanto da farci pensare che se fossero stati un gruppo inglese chissà cosa avrebbe potuto scrivere la stampa di settore. No, non voglio fare il patriota a tutti i costi, sarei spocchioso e ridicolo, tantopiù di parte. La musica poi si sa non ha confini, ma non nascondiamoci dietro ad un dito, tutto quello che proviene dall’Inghilterra o dall’America, anche se immondizia, la consideriamo sempre una spanna sopra il nostro materiale sonoro, il perché poi a me resta sconosciuto.

La voce di Jacopo Meille (anche Fool’s Moon, ma soprattutto Tyger of Pan Tang) è quella che lascia il segno, proprio giusta, come i maestri del settore ci insegnano.
I brani trasudano grinta, la musica va ascoltata ad alto volume per poterne assimilare al meglio le vibrazioni. Fatelo già con l’iniziale “Promised Land” e sentirete il lento ed inesorabile incedere sonoro entrare in voi. Coverdale, Rodgers, Plant e Daltrey sono solo alcuni dei punti di riferimento a cui Jacopo si ispira. La chitarra di Gianluca Galli ci esegue dei solo davvero di presa, mentre la ritmica di Andrea Castelli (Basso) e di Senio Firmati (batteria) sa il fatto suo. Ci sono frazioni di genialità in tutto “Hate Box”, come ad esempio in “Drifters”, dove la rudezza dei riff viene infranta dai loops di Alessandro Guasconi. L’idea è bella, mischiare il nuovo con il passato, se dosato in maniera equilibrata può dare dei frutti davvero inaspettati. L’analoga sorte è per “Time And Space”, ma è davvero inutile cercare un brano guida, per fortuna il disco non conosce attimi di cedimento.

A me sembra che ultimamente l’Hard Rock stia dando il meglio di se grazie a gruppi norvegesi o giù di li, dunque ascoltare un disco come “Hate Box” non può fare altro che inorgoglirci. E se poi vogliamo continuare a far finta di niente allora vuol dire che siamo dei masochisti, i Mantra dal canto loro si divertono e si sente! Speriamo di risentirli al più presto….avanti così. MS

Altre recensioni: Roots; Hard Times

Intervista

Artisti correlati: Fool's Moon; Gianluca Galli


Google
Web www.rock-impressions.com

Indietro alla sezione M

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | MySpace |