Non è facile trovare gruppi dediti al recupero di sonorità antiche e dimenticate, o meglio ci sono molti gruppi oggi che si dedicano al recupero di musiche folk, medievali ed etniche, ma sono pochi quelli che riescono a conservare uno stile molto genuino, originale (nel senso di vicino alle origini), autentico. I Lucus sono uno di questi rari gruppi, il progetto ruota attorno alla figura di Andrea Tuffanelli ed ha già prodotto un lavoro nel 2006, Cantiones Filicatae (per la Twilight Records). Vari elementi dei Lvcvs fanno parte anche dei medievali Lilium Aeris (che abbiamo già recensito in passato) e dei gotici Sepulcrum Spei.

Per certi aspetti artistici questo progetto è molto simile a quello dei Lilium Aeris, la ricerca di purezza stilistica è praticamente la stessa, anche se stavolta siamo in territorio folk, world music. La strumentazione proposta è proprio il primo indizio per comprendere il progetto, troviamo infatti i salteri, l’arpa, i flauti e strumenti più rari come il saz e la viella, il risultato sono queste undici composizioni che emergono come piccole magie dalla nebbia del tempo. Lo studio e la ricerca che emergono dall’ascolto sono davvero notevoli, anche se si tratta di sonorità molto impegnative, non certo adatte ad un ascolto veloce e superficiale, piuttosto sono musiche da meditazione, quasi un viaggio spirituale all’interno dei canoni della bellezza e della purezza. Da un certo punto di vista la musica dei Lvcvs potrebbe anche sembrare alquanto noiosa e credo che l’ascltatore di massa non sia assolutamente pronto a cogliere la bellezza intrinseca di queste composizioni, ma comunque esiste una cerchia di veri appassionati capaci di apprezzare queste proposte artistiche e senza dubbio a questi si rivolgono i nostri.

Semen Roris è un disco di una bellezza sincera, ripeto non è facile, ma chi sa apprezzare queste proposte deve assolutamente avvicinarsi a questo disco. GB

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