Rock Impressions

Lucifer Was - The Crown of Creation LUCIFER WAS - The Crown of Creation
Transubstans
Distribuzione italiana: Black Widow / Masterpiece
Genere: Symphonic Prog / Dark Rock
Support: CD - 2008

Tornano i norvegesi Lucifer Was e la mia curiosità è alta, perché questa band ha sempre saputo coinvolgermi col suo sound pieno di riferimenti settantiani, come vi abbiamo già raccontato si tratta di una band nata negli anni ’70, ma che oggi sta vivendo una seconda giovinezza, non a caso questo è solo il quinto album del gruppo. The Crown of Creation è una rock opera, quindi un disco più audace dei precedenti.

Tralasciando i preamboli attacchiamo subito con la musica, come dicevamo questo nuovo lavoro dei LW si discosta dai dischi precedenti, ma ci sono anche altri elementi di discontinuità, meno hard rock e molto più progressive sinfonico, non a caso agli ingredienti che già conosciamo, un dark sound memore della lezione dei Jethro Tull, per l’uso del flauto, e dei Black Sabbath, per certi riffs ossianici di chitarra, con tutto quello che ci stà in mezzo in campo hard rock, oggi troviamo l’aggiunta della Kristiansand Symphony Orchestra, composta per la verità solo da due elementi, il violinista Jan Stigmer e la flautista Michala Petri.

Il disco, anche se diviso in quindici traccie, si presenta come un’unica grande suite, con tutti i brani legati tra loro, senza soluzione di continuità. Ci sono ancora momenti di grande energia, ma su tutto domina un profondo lirismo molto poetico, col violino che si presenta come vero dominatore, contorniato abilmente dai flauti e dalle tastiere, che si dividono fra mellotron e hammond, due strumenti molto cari agli appasionati del genere. Difficile citare dei titoli presi singolarmente, il disco è tutto bello, dall’inizio alla fine, chi ama le atmosfere più dure troverà grande energia in momenti come “Rising Sun”, mentre quelli più sinfonici e progressivi sono da cercare in brani come “Unformed and Void” o “Beggar’s Bowl”, ma ripeto che non ho trovato un momento brutto o trascurabile in questo disco.

Grande ritorno sulle scene quindi, con un disco fatto con grande impegno compositivi e che sono sicuro non lascerà deluso nessuno degli appasionati dell’hard rock progressivo a tinte dark. Per me questo titolo è già un must. GB


Altre recensioni: In Anadi's Bower; The Divine Tree


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