| Torna in pista con un nuovo scintillante album la band da Gothenburg 
            (Svezia) che ha esordito nel 2012 col ben ricevuto "Set The Night 
            On Fire". Mikael Erlandsson (vc, tast - Last Autumn's Dream, 
            Heartbreak Radio, Radioactive, Salute, Northern Light, etc) e Mikael 
            Carlsson (bs, ch, tats - Dogface) avevano gettato le basi di questo 
            combo intorno al 1982 quando insieme militavano nei Rain, poi le loro 
            strade si sono divise ed incrociate varie volte, ma almeno in questo 
            progetto i due stanno andando alla grande e stanno deliziandoci con 
            ottime composizioni di hard rock melodico a cavallo fra la scuola 
            scandinava e quella americana.
 
 Aiutati anche in questo cd da Martin Kronlund (ch - Dogface, Gypsy 
            Rose, White Wolf, Salute, Overland) e da Perra Johnsson (bt - Coldspell), 
            oltre che dall'ospite Ged Rylands (Ten, Hugo, Rage Of Angels) alle 
            tastiere, i LUC sfornano un platter di undici brani tosti e melodici 
            di qualità complessiva superiore al pur competitivo "STNOF".
 
 "A Fight" è un'indovinata opener col suo ritmo sostenuto, 
            il suo sbarramento di potenti melodie vocali ed una porzione strumentale 
            che incalza l'ascoltatore, formula riproposta con risultati addirittura 
            migliori nella successiva "Into The Shadows" sorretta da 
            turgide tastiere e da un refrain che resta presto impresso nella mente.
 
 "Miracle" guarda all'AOR americano e suona quasi come un 
            Bon Jovi dei bei tempi, qualitativamente si diventa più mainstream 
            guadagnando però in orecchiabilità ed immediatezza, 
            mentre "Toy Soldiers" è la cover di un hit del 1988 
            della cantante pop Martika e ne mantiene lo spirito drammatico derivante 
            dai testi che parlano di abuso di droghe. Tutto sommato non dispiace 
            questa versione rock, ma si torna all'originario spirito della band 
            con la dura ed epica "Crushing Stones" in pieno stile hard 
            rock scandinavo. "Life Is Easy" si propone quasi come una 
            versione hard rock degli Abba, considerata l'apparente semplicità 
            delle linee vocali e strumentali, ma le sue atmosfere 'graziose' vengono 
            dissolte dalla maschia e sleazy "Playboy No 7" di stampo 
            anthemico e piuttosto stereotipata nel comparto songwriting, elementi 
            presenti anche in "The Game Is On", ma almeno qua vi è 
            maggiore ispirazione e tentativi di elaborare la canzone in maniera 
            più personale.
 
 "Fantasy Man", "Closer To The Truth" (che bel 
            ritornello!!!) e la semi-ballad "No Place Like Home" chiudono 
            la scaletta puntando sul lato più melodico e AOR della band 
            che reinterpreta con gusto e competenza i dettami del genere.
 
 Un buon disco impreziosito da ottime performances vocali di Erlandsson 
            che dimostra di trovarsi meglio con questo progetto rispetto alle 
            ultimissime prove dei Last Autumn's Dream, ma penso che i LUC possano 
            far ancor meglio, le potenzialità vi sono tutte. Resta comunque 
            una raccolta di canzoni di valore che meritano la raccomandazione 
            all'acquisto. ABe
 
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