La storia dei Lily’s Puff è alquanto tormentata a livello di formazione e dopo numerosi cambi ecco che approda al presente album con un nuovo musicista e anche con un sound inedito e molto sperimentale. In effetti è difficile dare delle coordinate alla musica proposta in questo album, il cantato evocativo di Marco Fabro in alcuni tratti mi ha ricordato certe cose molto atmosferiche dei Christian Death di Catastrophe Ballet (penso al brano di apertura “Awake at the Wall”). Arrangiamenti minimali, suoni industriali e claustrofobici, ritmiche insolite e disturbanti, in altre parole un incubo elegante, un’atmosfera inquietante e attraente al tempo stesso.

La musica contenuta in questo oscuro cd si distende come un sudario lungo gli undici brani che ne compongono le trame, non c’è solo oscurità, basta ricordare il piano neoclassico di “Kitchen Element” per trovare elementi nuovi, ma quando ripartono le sperimentazioni con la successiva “Serpentine” si torna a sondare gli angoli più bui e spettrali del nostro inconscio. Ma ogni brano è una storia a se, come una stanza di una casa arredata in modo completamente diverso dalle altre.

Questo disco non è facile da ascoltare, ma mi ha ricordato la dark wave più sperimentale degli anni ’80, i Lily’s Puff sono un gruppo che da lustro a questo genere, che non si accontenta di ripetere sempre i soliti cliché triti e ritriti, ma che cerca soluzioni musicali nuove e intriganti, forse non sempre riuscite, ma di sicuro dotate di una certa dose di originalità. GB

Alte recensioni: Acqua Mossa