| A breve distanza dai primi due album ecco il terzo lavoro dei polacchi 
            Light Coorporation, la band ruota attorno alla figura del polistrumentista 
            e compositore Mariusz Sobanski e anche in questo caso la formazione 
            è cambiata, con alcuni elementi di continuità, ma in 
            particolare questa volta troviamo ben dodici musicisti coinvolti con 
            una imponente sezione di fiati. Il genere è sempre un jazz 
            rock sperimentale e strumentale, con incursioni nel prog e talvolta 
            nel prog metal, le melodie comunque sono sempre accessibili, anche 
            nei momenti più complessi.
 
 Una voce un po’ inquietante presenta il disco, poi parte un 
            contrabbasso suonato con l’archetto e una seconda voce ripete 
            il titolo del brano in modo ossessivo “Fiction Transferred to 
            Reality”, l’effetto non è molto rassicurante, ma 
            è indubbiamente intrigante. Poi tutto si trasforma in un jazz 
            d’atmosfera misterica, notturna, forse un po’ lento, ma 
            sempre ficcante. Un metal cattivo entra con vigore in “Le Voyage 
            Au Coeur du Reves”, ovviamente nulla di scontato perché 
            ecco uscire la chitarra e subentrare i vari sax e tutto diventa molto 
            jazzato e morbido, poi ritorna ancora la chitarra per un insieme da 
            brividi. Il terzo brano è una breve parentesi rumorista che 
            ricorda certe cose dell’estremo oriente. Molto carino il giro 
            di “Dancing in the Sun Eclipse”, che sembra uscire da 
            un classico dimenticato, se non fosse per alcune sperimentazioni che 
            sembrano inserite a casaccio, ma non lo sono, un gran bel brano che 
            si spegne però verso il finale in calando. “Test of Personality” 
            ha un incedere decisamente rock, anche se nei Light Coorporation nulla 
            è mai come sembra. Si continua coerenti fino alla fine del 
            disco e vi lascio scoprire le sorprese finali, che non mancano e vanno 
            tutte gustate.
 
 Ancora una volta i Light Coorporation hanno realizzato un disco per 
            pochi eletti, ma saranno davvero poi così pochi? Tre dischi 
            in tre anni vuol dire che le cose stanno funzionando e io vi consiglio 
            di non farveli scappare. GB
 
 Altre recensioni: Rare Dialect; 
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