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            Fra i musicisti che hanno navigato nelle acque turbolente del rock, 
            Frank Zappa è considerato uno dei più geniali ed innovativi. 
            Più passano gli anni e più si sente la mancanza della 
            voglia di sperimentare. Però c’è chi cerca di 
            raccogliere la sua eredità, come il chitarrista Lex Bronkowitz, 
            che da anni tiene viva la tradizione musicale zappiana. Questo disco 
            è stato registrato tra il 2011 e il 2012, ma vede la luce solo 
            oggi. La formazione che ha partecipato alla sua realizzazione oltre 
            a Lex comprendeva la cantante Katharina Debus, il bassista Carl Albrecht 
            (questi due sono ancora presenti nella formazione attuale), al vibrafono 
            e marimba Peter Thomas e il batterista Roman Storch. Come ospiti invece 
            presenziano Johnny Johnson al trombone, Sebastian Borkowski al sax 
            e Philipp Kacza alla tromba.
 
 Nell’album troviamo otto brani, la cosa che colpisce subito 
            è che non si tratta di cover vere e proprie, ma sono quasi 
            tutti medley di brani presi ovviamente dalla smisurata discografia 
            zappiana. Se volete è un piccolo spaccato, ma per certi versi 
            approfondito, di quanto Zappa ha prodotto. A beneficio dei più 
            zappiani di voi in scaletta troviamo “Catholic Fembot” 
            (medley di quattro brani), “Mr Green Genes” (medley di 
            due), “RDNZL/Inca Roads”, “Uncle Remus/Instrumental 
            Part From Easy Meat”, “Peaches En Regalia”, “Andy”, 
            “Big Swifty” e “Outside Now”. Sono convinto 
            tuttavia che quello che conta non siano tanto i titoli quanto il progetto 
            nel suo insieme. Chi mi conosce sa che non amo cover e tribute band. 
            Quando però l’artista omaggiato non è più 
            tra noi sono più che favorevole al fatto che dei musicisti 
            vogliano tenerne viva la tradizione artistica. Un po’ come avviene 
            nei classici, nel jazz e nel blues. Zappa sicuramente è tra 
            gli artisti rock che meritano maggiormente di essere riascoltati e 
            Bronkowitz, con la sua voglia di manipolare i brani originali, credo 
            abbia incarnato appieno lo spirito del maestro. L’ascolto di 
            questo disco mi ha emozionato, mi sono divertito, ho ammirato i passaggi 
            densi di virtuosismo e mi sono mosso ai ritmi proposti con grande 
            abilità esecutiva dai singoli musicisti.
 
 Strictly Gravy è un disco scoppiettante, brioso, pieno di vita, 
            suonato e cantato con maestria e grande amore. Sono doti queste che 
            mantengono forte la vitalità di un disco per molto tempo e 
            invitano a riascoltarlo più volte. GB
 
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