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            Il mondo del Christian Rock è molto particolare e per una band 
            che riesce ad emergere, come gli Evanescence o i POD, ce ne sono moltissime 
            che restano ingiustamente nell’anonimato, mediamente più 
            che nel mondo della musica “secolare”. I Leper sono un 
            duo americano dedito ad un gothic rock di grande efficacia, questo 
            è il loro secondo album, ma è difficile dire se riusciranno 
            ad ottenere l’attenzione che meritano, eppure l’ascolto 
            di questo cd mi ha convinto di trovarmi di fronte ad artisti di indubbio 
            spessore.
 Il primo nome che mi viene in mente ascoltando i Leper è quello 
            dei Saviour Machine (che sembrano scomparsi nell’anonimato), 
            una band a cui questi musicisti sembrano molto legati, ma più 
            per le atmosfere cupe che non per il taglio metal del sound, in effetti 
            i Leper non sono così metal e ricordano più i gruppi 
            degli anni ottanta, anche se non hanno un sound datato. L’inizio 
            è molto suggestivo, c’è il gusto sperimentale 
            dei primi tempi e c’è un’atmosfera spettrale che 
            capita sempre più raramente di poter ascoltare in questo tipo 
            di prodotti. Molto decadente anche la track seguente “Ia Ca 
            Vrei”, che inizialmente non sembra molto originale, ma ha dei 
            passaggi tutt’altro che scontati. Decisamente riuscita è 
            “Ai Grija Ce Spui”, col suo riff carico di mistero. Altro 
            brano davvero sopra le righe è “Casca”, che unisce 
            in modo esemplare tensioni dark, poesia e sperimentazioni, più 
            folli invece sono le scorribande finali, che sembrano non avere ne 
            capo ne coda. “Legea Lui Cesar” è pura dark wave 
            ottantiana, dal grande fascino nostalgico. “Solitudinea Se Strecoara” 
            ricorda invece le ballate disperate alla Nick Cave e aggiunge suggestione 
            ad un disco davvero intrigante. Verso il finale il ritmo del disco 
            non rallenta e troviamo altri brani davvero notevoli. C’è 
            anche posto per una track nascosta dal sapore decisamente garage, 
            un po’ alla Fuzztones per intenderci, davvero molto carina.
 
 Per me è sempre un po’ strano trovare artisti “cristiani” 
            che fanno goth, sembra quasi una contraddizione, ma se i risultati 
            sono quelli ascoltati in questo sorprendente album dei Leper, allora 
            non mi resta che augurare lunga vita al dark “bianco”! 
            GB
 
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