| Quello che andiamo a recensire è il secondo full length della 
            band capitolina tutta al femminile. Nate nel 2000, hanno pubblicato 
            un primo Ep nel 2005, mentre il primo album Male di Luna è 
            uscito nel 2007, poi tanti concerti. Hanno aperto per le storiche 
            Girlschool nel tour del 35esimo, hanno suonato al MEI e al Rock in 
            Roma. E ancora apparizioni nei media (Red Ronnie) e sono apparse nelle 
            soundtrack di film come Tre Metri Sopra il Cielo e Ho Voglia di Te. 
            Insomma anni intensi per queste ragazze, che hanno rafforzato immagine 
            e determinazione.
 
 Il disco apre con “Carne Fragile”, i suoni sono elettronici, 
            l’atmosfera è gotica, poi però entra una sferzata 
            di energia con la sezione ritmica e la chitarra, una botta sonika 
            potente. Durante il cantato tutto si placa, ma la forza passa nelle 
            parole, i testi in italiano sono densi di contenuti, la prima impressione 
            è davvero convincente. Un basso imperioso dà il via 
            alla title track, la batteria è tribale, ottimi i cori, ma 
            ancora convince tutto l’insieme, anche le tastiere sempre molto 
            oscure e tenebrose, queste ragazze spaccano. “Maschere” 
            unisce denuncia sociale e rabbia fatta musica, una corsa serrata, 
            l’album continua a crescere. “Fate di Me” è 
            una ballad molto elettrica, vigorosa, ma anche densa di un romanticismo 
            disperato, mostra anche quanto suonano bene queste ragazze. Altro 
            brano incalzante, che non lascia tregua è la rocciosa “La 
            Differenza”, impressiona la forza espressa, altro che sesso 
            debole. Una tregua? Manco per idea, ecco “Sogni e Lacrime”, 
            parole come carta vetrata e suoni perfetti per il testo. Fedele alla 
            linea dell’album arriva “Nero Caos”, mi piace molto 
            come è incastrato il testo nella musica, alternative metal 
            a cui è difficile resistere. Si prosegue con “L’Assassino”, 
            cadenzata, ma sempre molto dura, seguita da “Boogeyman”, 
            sono brani dall’impatto meno immediato dei precedenti, ma non 
            diminuiscono la tensione del disco. In finale troviamo la versione 
            in inglese di “Nero Caos”, ovviamente è importante 
            avere uno sguardo oltre i patri confini, in fondo la musica di queste 
            musiciste merita una diffusione più ampia.
 
 Che dire ancora? La Menade sono un cataclisma al femminile, delle 
            amazzoni del rock, che non hanno certo nessuna paura di mostrare tutto 
            il loro talento. GB
 
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