Dietro allo pseudonimo IX si aggira il tastierista venezuelano dei
Tempano, Giulio Cesare Della Noce. Per chi non lo conoscesse, il gruppo
è dedito ad un Prog Rock sofisticato di ricerca, con tanto
di influenze moderne. La voglia di unire il New Prog alla sperimentazione
porta i Tempano ad essere un complesso di tutto rispetto, anche se
non abbordabile a tutti.
Il concept di “Ora Pro Nobis” è di quelli che fanno
pensare, tratta un argomento importante, la religione e la società.
La ricerca sonora è ancora più spiccata rispetto i lavori
del gruppo madre e con l’aiuto alla voce di Edith Salazar i
IX toccano lidi davvero piacevoli, come in “Ocaso”.
I collaboratori dell’artista si alternano in ogni singolo brano,
ecco allora passare Najin Paiva alla tromba, Isabel Roch al trombone,
l'amico Pedro Castillo alla voce e chitarra, Julio D’Hers alla
batteria, Miguel Angel Echevarreneta al basso e la lista prosegue
alla lunga. Ovviamente sono le tastiere al centro del suono, ma è
un equilibrio generale dove le influenze di Della Noce si alternano
repentinamente, comprese quelle Pinkfloydiane di “Hombres Honorables”
nel suo incedere di chitarra. “Keyla” è dedicata
a Keyla Guerra, morta in piazza nel dicembre del 2002. Inquietudine
nel brano “Radiante”, con la San Agustin School Military
Band, dove il lato più sperimentale dell’artista riesce
a dare il meglio di se. “Warriors” tocca la cultura Venezuelana
ed ha un incedere sonoro ammaliante e raffinato, dove le tastiere
ricoprono un posto di tutta rilevanza. In questo caso il bell’assolo
di chitarra è affidato alle mani di Demian Mejicano. Gli IX
non sanno cosa vuole dire il termine “scontatezza”, ogni
movimento è a se, aiutato da suoni esterni, come la pioggia
o i grilli, insomma sembra di essere seduti al cinema.
Ascoltate “The Promised Mind” con l’armonica di
Ramòn Perruolo e ditemi le immagini che vi passano davanti
agli occhi.
“Ora Pro Nobis” non è un lavoro pretenzioso, è
nella perfetta natura del bagaglio culturale di Della Noce, un artista
di quelli che se ne trovano sempre più pochi e questo disco
mi sento di consigliarlo a tutti coloro che credono nel Progressive
Rock come stile in movimento e non solo Genesis e compagnia bella.
L’evoluzione passa anche per il Venezuela, ascoltiamola. MS
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