Rock Impressions

IWR - Ground Zero IWR - Ground Zero
Black Rain Records
Distribuzione italiana: Capture Music
Genere: EBM / Elettrogoth
Support: 2CD - 2006


Il qualificato roster della attivissima Black Rain si arricchisce di questa nuova entità catalogata sotto la sigla IWR. Trattasi di un duo israeliano, Maor Appelbaum (voce, basso, tastiere assortite) e Tal Galfsky (tastiere, programming e samples), manifestazione di una scena underground assai viva e sorprendente (come si evince pure dai thanks elargiti dai nostri).

"Ground zero" è un bel disco di elettro, introdotto da un brano molto ritmato, "Carnivore", abbastanza classico nel contesto del genere, mentre cupa e davvero incisiva si rivela la seconda traccia, la lenta e darkeggiante "Sleepwalkers", ove i loops di batteria dell'ospite Tom Davidov (altrove opera OZ_Vult, mentre alle female vocals su quattro episodi troviamo Jasmin Vodonos) evidenziano vieppiù un generale stato di disagio e malessere. E' proprio la voce muliebre a donare un tocco gothicheggiante al sound altrove molto più industrial-oriented degli IWR, lo si evince chiaramente dell'ascolto di "Access denied", dall'andamento più rilassato, senza per questo far scemare l'aura drammatica che incombe sull'intero disco (dotato di una grafica assolutamente congeniale). "Crimes of insanity" è malatissima ed ottimamente interpretata dall'ispirato Maor, vocalist assai espressivo e perfettamente calato nel mood di "Ground Zero", un disco ove le diverse sfaccettature si mostrano di volta in volta, senza che per questo venga meno la coesione complessiva della track-list. Bella la parte finale del brano, che definirei senza tema cinematografica per l'effetto che genera. "Victimized" profuma di new-wave, in "Dreamers delight" è ancora la voce di Jasmin a rivelarsi decisiva, sostenuta da uno splendido tappeto tastieristico. Uno dei miei favoriti, questo pezzo, molto d'atmosfera! "Calling you" è cupissima, dall'incedere trip-hop, e la sensazione di pesantezza e di incombente minaccia viene amplificata dalla voce, quanto mai maledetta. E non lasciatevi ingannare dall'inizio di "Pulsar", traccia che beffardamente nel suo prosieguo si leva verso l'insondabie immensità dell'Universo, ove vi abbandonerà al vostro destino. Au contraire, la nerissima "Recommended therapy" evoca il terrore delle tenebrose profondità oceaniche, dipingendo un mondo alieno, assolutamente privo di luce e popolato di entità spaventevoli. Come le più recondite pieghe della vostra psiche, violata dalla maestosità di questo brano. Chiudono degnamente gli otto ed oltre minuti della apocalittica ed inesorabile "My ruin (Bed of nails)", rilevante esempio di elettro-goth.

La prima edizione di "Ground zero" porta in dote un ulteriore dischetto, per una cinquantina di minuti scarsi in aggiunta, ove alcuni dei brani contenuti su quello principale vengono sapientemente trattati da ospiti della portata di New Dawn Corp., PTYK, Supreme Court, Vigilante ed Amateur God, una riuscita alleanza di grandi della scena EBM/Elettro/Industrial. AM

Altre recensioni: Cold Asylum

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