Provenienti da Padova i IV Mirror ci propongono un Metal Prog stile
Dream Theater. Il disco si presenta suddiviso in tre tronconi, “Chapter
One”, con tre brani, “Chapter Two” con quattro e
“Chapter Three” con uno. Sarebbe troppo facile stroncare
un disco registrato in maniera non professionale, come questo in effetti
è. Troppo facile anche cercare gli errori, quelli che una giovane
band deve poter fare per crescere. Allora diventa più interessante
cercare di analizzare il contenuto emotivo e cosa ci vogliono direi
i IV Mirror.
Ebbene, di idee in questo Inder a Black Sun ce ne sono e anche buone,
così come certi assoli di chitarra. Mi piacciono i cambi di
tempo e di umore che si trasmettono staffetta in “Chapter One”.
Di meno mi colpiscono certe insistenze su determinati giri armonici,
ossia, per un disco Metal Prog, soprattutto se strumentale come questo,
fondamentale è variare. Comunque alcuni fraseggi sono davvero
godibili. Attenzione però, il suono della batteria è
quantomeno penalizzante. Tuttavia mi diverto ad ascoltare il disco
e capisco anche l’amore di questi ragazzi per il genere, anche
verso band leggermente più distanti come Iron Maiden e compagnia
bella.
Un piano apre il “Capitolo Due” e questo intro è
interessante, peccato sempre per il suono in generale. “Fola
Klock” mostra i muscoli e colpisce nell’assolo di chitarra
centrale. Più di nove minuti di buon Metal Prog. Ci danno dentro
e vanno apprezzati anche per questo. Buoni anche gli undici minuti
finali di “Chapter Three” e ancora una volta mettono alla
luce le buone potenzialità. Tuttavia ragazzi, c’è
ancora molto da lavorare, non solo in fase di songwriting, perché
vedo che alcune buone idee le avete, ma anche come approccio al disco.
L’ascoltatore necessita di rifiatare. Ecco allora solitamente
intramezzare con un brano più lento o con qualche altro stacco
musicale. Non prendete la mia come verità, io non ho nessuno
scettro del sapere, ma un consiglio da un vecchietto del Metal lo
volete ascoltare? Andate avanti in quello in cui credete, perché
anche gli errori rendono grandi gli artisti, specialmente se imparate
ad ascoltarli. Comunque bravi davvero. MS |