A conferma di un trend sempre più diffuso ecco un nuovo gruppo
che si riappropria della psichedelia così come è stato
negli anni ottanta, nel periodo post punk. Gli Istant Flight vengono
da Londra e sono formati da Marco Magnani voce e chitarra, Lucie Rejchrtova
alle tastiere, Andrew Browning al basso e James Owens alla batteria.
Ma quello che colpisce è la partecipazione in due brani di
Arthur Brown, proprio quello del famigerato Crazy World e dei Kingdom
Come, no, non quelli di Lenny Wolf, ma di un’oscura e folle
formazione di psichedelia prog dei primi anni settanta. Una seconda
presenza è quella del chitarrista Gary Ramon dei Sun Dial.
Il gruppo si fa ritrarre nel booklet con un abbigliamento hippie e
con il titolo dell’album dichiara esplicitamente il proprio
amore per un mondo che molti sembravano aver dimenticato.
Proprio al prog psichedelico si ispirano gli Istant Flight e riscoprono
sonorità da tempo sepolte, ma che a distanza di anni non hanno
di certo perso il loro fascino. Il sound proposto sembra un incrocio
di Hawkwind, beat sixties e prog. Si parte con un hard rock serrato
molto vintage, entra per primo il basso, seguito dalla batteria, poi
è il turno della chitarra e infine ecco le tastiere, la nostalgia
scorre a fiumi e la voce beat di Marco ci porta indietro di quarant’anni.
La title track è un piccolo affresco beatlesiano che non ha
bisogno di altri commenti, molto solare e “colorata”.
Delle tastiere sacrali introducono “Top of the Mountain”
che è costruita su un ritmo tribale, le linee vocali sono invece
visionarie e spaziali, davvero un bel brano. Intro simile al precedente
per “Her Mistery”, ma molto più ricco di pathos,
il brano poi prosegue con un andamento epico e malinconico. Il caleidoscopio
prosegue per tutti i restanti brani del cd con la voce di Brown che
trasforma “Kites” in un viaggio onirico senza tempo.
Gli ingredienti ci sono tutti, sono tutti molto colorati e luminosi
così come vuole il titolo e così come ha sognato un’intera
generazione di idealisti. Bravi questi Istant Flight, anzi bravissimi
a ricreare un’atmosfera che sembra sospesa nelle nebbie del
tempo. Questo disco per i nostalgici è un vero balsamo, ma
è consigliabile anche a chi si vuole avvicinare per la prima
volta ad un genere unico nella storia del rock. GB
|