Isproject è un duo di Andria formato nel 2013 da Ivan Santovito
(voce, tastiere, synth, violino, basso) e Ilenia Salvemini (voce)
dedito al filone Rock Progressive, quello moderno ma con l’attenzione
rivolta anche al passato. Oggi viene definito Post Progressive Rock.
“The Archinauts” è l’album d’esordio,
e che i ragazzi abbiano talento da vendere non solo è dimostrato
dalla musica proposta ma anche dalla produzione di Fabio Zuffanti,
nostrano musicista e scrittore tuttofare di Genova. Aggiungerei a
questo punto anche talent scout.
Esordire con BTF/AMS è un altro messaggio che fa intendere
la qualità del materiale proposto da Isproject, invece su quella
sonora non mi posso esprimere più di tanto, in quanto l’ascolto
da me effettuato è derivato da Soundclouds, quindi non dal
mio stereo, tuttavia sembra di buona qualità. Analogo il discorso
per l’artwork, non a mia disposizione.
Le sette canzoni che compongono “The Archinauts” sono
orecchiabili, supportate egregiamente da tappeti di tastiere che faranno
la gioia di chi ama il Mellotron, Hammonds e molto altro ancora. L’intelligenza
compositiva di Ivan Santovito risiede nell’equilibrare le influenze
sonore a lui care, fra il passato ed il presente, per cui ecco estrapolare
all’ascolto frammenti di Orme, Banco, EL&P, Yes, King Crimson,
Genesis, ma anche Steven Wilson, Ayreon, Riverside, Muse, Anathema
e molto altro ancora.
Le tastiere dicevo, esse fanno l’ossatura sia melodica che trainante
nel complesso, gran piano compreso nei frangenti più toccanti.
La voce di Ivan ben si amalgama alle strutture sonore pur senza strafare
e anche nei momenti più alti risulta gradevole e mai forzata
(vedi “Lovers In The Dream”, in questa canzone mi sembra
anche di riconoscere una chitarra familiare quella de “La Certezza
Impossibile” nell’album di Zuffanti, in un assolo fantastico,
ma potrei sbagliarmi). Richiami a Wilson li capto in “The Mountain
Of Hope”, e quando parte il Mellotron tutto assume una valenza
epica e spaziosa, uno dei frangenti più belli dell’intero
lavoro, sarà anche perché amo Le Orme e qui ne colgo
certa essenza.
L’album si apre come in numerosi altri casi con una “Overture”,
qui però vero e proprio pezzo, non semplice “intro”.
In esso già si denotano le caratteristiche del sound Isproject,
vero calderone di suoni ed emozioni.
Tendenzialmente non vorrei descrivere brano per brano, in quanto il
piacere dell’ascolto ve lo devo pur lasciare, e d’informazioni
al riguardo ne ho già date molte, lasciatemi però sottolineare
la soavità della conclusiva minisuite “Between The Light
And The Stone”, piccolo gioiello sonoro grazie anche alla voce
di Ilenia. Lasciatemi altresì dire che qui mi sembra di percepire
maggiormente lo zampino di Zuffanti.
Un esordio bellissimo, musica per la mente e per il corpo sotto ogni
punto di vista, da avere e ascoltare più volte e questo consiglio
non è rivolto soltanto a chi ama questo genere, ma anche a
chi dalla musica esige grandi emozioni.
Intanto segno il nome Isproject sul mio taccuino di marcia. Schedati.
Alla prossima. MS
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