Rock Impressions

Iron Mask - Shadow Of The Red Baron IRON MASK - Shadow of the Red Baron
Lion Music
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Virtuoso
Support: CD - 2010
 


Iron Mask è il progetto del virtuoso chitarrista belga Dushan Pertossi, un artista che si diletta a scrivere composizioni di stampo neoclassico. Questo è il terzo album e giunge nei negozi a quattro anni di distanza dall’ultimo “Hordes Of The Brave”. Non mi nascondo dietro ad un dito se dico che questo genere è quantomeno inflazionato, comunque ha i suoi proseliti e sempre entusiasti ascoltatori di scale sinfoniche , per questo anche gli Iron Mask, anche se non dicono assolutamente nulla di nuovo, vanno ascoltati con attenzione. In questo viaggio Pertossi si avvale della collaborazione di Valhalla Jr alla voce, Andreas Lindahl alle tastiere, Vassili Moltchanov al basso e da Erik Stout alla batteria. Come potete immaginare la doppia cassa si incontra spesso e volentieri nelle undici composizioni che completano “Shadow Of The Red Baron”, così le scale tecniche e melodie forti.

Si parte subito in quarta con la title track “Shadow Of The Red Baron”, sembra quasi che gli Iron Maiden abbiano cominciato a studiare il genere neo classico. Potente e graffiante la prestazione vocale di Valhalla Jr, mentre le tastiere timidamente si fanno spazio fra il frastuono delle ritmiche roboanti e veloci. Vincente sicuramente il ritornello, perfetto da cantare nelle sedi live. Con “Dreams” le cose non cambiano poi tanto, io ho sempre la stessa sensazione di cui sopra, anche se le linee vocali in questo caso sono più curate ed epiche. Sicuramente un buon momento di potente ed orgoglioso Metal. “Forever In The Dark” si apre con le tastiere di Lindahl, un altro inno all’epicità, dove le coralità ancora una volta assumono un ruolo di primaria importanza. Qui tutto si miscela alla perfezione, il ritmo cala e ne guadagna la melodia. Iron Mask dimostrano di conoscere bene la vecchia storia del Metal e anche quella di band come Rainbow e molte altre del periodo. Qui l’impostazione vocale a tratti ricorda quella del mai troppo compianto R.J. Dio, il piccolo grande uomo dalla voce Metal per eccellenza. In “Resurrection” il ritmo diventa caracollante , più lento e greve, a favore di gloriose ed epiche sonorità. Veloce l’assolo di chitarra di Pertossi, il quale riesce in questo caso a dare il meglio di se. Con “Sahara” si da una sterzata inaspettatamente verso quella metà degli anni ’80, più al confine con i ’90, dove anche i Saxon del periodo danno uno sguardo verso le sonorità più morbide. Piacevoli anche i riff della chitarra in “Black Devil Ship”, un ritorno verso R.J. Dio, con un ritornello musicale assolutamente godibilissimo, dall’ anima “scozzese”. Più scontata nei contenuti è la successiva “We Will Meet Again”, sempre bella da ascoltare, ma sicuramente un insieme di plagi vari, anche se mi rendo conto che il genere è questo e spesso questo è inesorabile. Si torna a volare sulle tastiere degli strumenti e nel neo classico con “Universe”, è solo grazie al ritornello frizzante che non mi parte qualche sbadiglio. Per fortuna ci pensa “My Angel Is Gone” a rialzare la qualità del lavoro, anche se il ritmo cala. Una bella voce femminile accoglie l’ascolto e fa da intro a questa semi ballata semplice e d’effetto. Altro pezzo interessante è il conclusivo “Ghost Of The Tzar”.

In definitiva questa nuova fatica degli Iron Mask è da ascoltare con piacere, in quanto non esulano momenti di ottima musica. Peccato solamente per una produzione sonora che sicuramente poteva agevolare meglio l’impatto sonoro, come questo genere musicale generalmente si prefigge. Esiste del disco anche l’edizione limitata con un DVD allegato, ricco di interviste, lezioni di chitarra ed altro ancora MS


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