Rock Impressions

In Strict Confidence - Exile Paradise IN STRICT CONFIDENCE - Exile Paradise
Minuswelt Musikfabrik
Distribuzione italiana: ?
Genere: Electro Dark
Support: 2CD - 2006

Dopo il gustosissimo antipasto rappresentato dall'EP lungo "Where sun and moon unite" (che in realtà conteneva la bellezza di dieci brani, ed a proposito del quale vi rimando alla relativa recensione da noi già pubblicata) ecco giungere per il quartetto Dennis Ostermann-Joerg Schelte-Stefan Vesper-Antje Schulz il momento di pubblicare un albo vero e proprio, ovvero il presente, bellissimo "Exile Paradise".

Disco che pure nella grafica e nelle immagini richiama il citato "Where sun...", contenendo fra le altre le canzoni "Promised land", la mia preferita, e "Wintermoon". Ma Ostermann e compari non pongono nemmeno in questa occasione limiti alla loro magnanimità, aggiungendo un gustoso bonus-CD di tre episodi. Troppa grazia! Dopo l'oscura intro "The harder they come..." (l'outro titola invece "...The harder they fall") e la successiva, ormai ben conosciuta, "Promised land" (ah!, la vocina di Antje, che dolcezza...), il raggio laser giunge alla severa "Forbidden fruit", paradigmatica nella sua struttura, degnissima figlia della creatività dei suoi compositori. ISC si confermano fini cesellatori di raffinatissime sonorità ove l'elettro si sposa a soluzioni darkeggianti, in un melange sonoro degno di pochi eletti. Anche quando il ritmo si fa più incalzante, come in "Fading light" od in "Regicide", mai viene meno la fondamentale componente melodica che fa di questi brani degli autentici manifesti di uno stile ormai consolidato ed apprezzato.

Alcun particolare viene trascurato, l'aspetto visivo si sposa alla perfezione a quello concettuale, eppoi le canzoni fanno davvero il resto, sospinte da una produzione chiarissima. "Manchmal redest du im schlaf" e "Der Teufel" sono valorizzate dal cantato in madrelingua, che le rende particolarmente solenni, sopra tutto la seconda, oscurissima e particolarmente claustrofobica (avete presente i Rammstein più introspettivi e lenti?). "Away from here" gioca sui chiaroscuri generati dal cantato angelico di Antje ed uno strumentismo assai tetro, e precede il brano più incisivo di "Exile Paradise": "In favilla". Atmosfere sacrali permeano questo piccolo gioiello di intimismo darkeggiante, graziato da cori muliebri di grande effetto e da un austero incedere strumentale. La maestosa magniloquenza delle tastiere crea ad arte situazioni inducenti alla cogitazione solinga, nel corso dei suoi otto minuti scarsi si prova la sensazione di elevarsi! "Something to remember" si giuova di porzioni poppeggianti (ma non lasciatevi traviare) che danno una soluzione alla drammaticità di "In favilla".

Exile Paradise è un disco vario, ben prodotto e ben suonato, ove i musicisti sfruttano appieno le loro doti compositivo/esecutive. Senza lesinare, tanto che anche le bonus tracks (oltre a "Samael" vi sono "A single touch" e "Blind spot") non rappresentano dei semplici riempitivi. Non osate chiedere di più! AM

Altre recensioni: Mistrust the Angels;
Where sun and moon unite


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