Rock Impressions

Illdisposed - The Prestige ILLDISPOSED - The Prestige
AFM
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Death Metal
Support: CD - 2008

Una sfida verso la longevità per gli Illdisposed, death metal band che ha all’attivo già nove album e che perciò possiamo annoverare tra i veterani del genere. Oltre a piuttosto ridotti richiami di quello melodico di matrice scandinava (tipo At The Gates e primi Dark Tranquillity), “The Prestige” attinge anche al metallo-morte più crudo di matrice USA. Abbandonate le sperimentazioni degli ultimi lavori, l’intento di questa realise era nient’altro che quello di portarci in dietro a metà degli anni Novanta. Direi che l’operazione è riuscita piuttosto bene.

Sin dalle prime battute del disco quindi, riffing serrato, batteria a mille all’ora e voce prevalentemente growl, sulla quale ogni tanto s’innesta uno screaming del tipo usato nel black metal. Questo si ascolta su “The Tension”, “A Song Of Myself” e in “Weak Is Your God”, dove pure si nota l’uso e abuso della doppia cassa a manetta (cosa che, come accennato, caratterizza un po’ tutto l’album). I passaggi grind core (come su “Working Class Zero”) mantengono le coordinate del disco all’estremo dell’estremo. Scorrendo però il lettore lungo i solchi, si nota come la band abbia comunque tentato di diversificare la sua proposta, sfruttando quasi tutte le sfumature proprie del genere, cercando quindi soluzioni si ai confini del grind, ma che potessero anche allontanare il rischio della monotonia. Così su “A Child Is Missing” e “Your Devoted Slave”, che, per come sono strutturate la partiture delle due chitarre, ricordano anche quella tipologia d’arrangiamento tanto cara agli In Flames.
“Like Cancer”, uno dei pezzi forti dell’album, fa eco agli Arch Enemy di “Burning Bridges”. Lo stesso dicasi per l’opener ed una serie di altri spunti sparsi in questo “The Prestige” (mancano le devastanti progressioni dei soli di Ammot, ma le soluzioni chitarristiche nel complesso sono più che azzeccate). Last but not least “Ich Bin Verloren In Berlin”, ultimo massacro sonoro “griffato” dagli urli in screaming di del vocalist Bo Summer.

Per carità, nulla che faccia gridare al miracolo, solo un ottimo compendio di metallo spacca ossa. FR


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