Oscurità,
malinconia e sensibilità, finalmente un sound differente, un
nuovo modo di affrontare l’argomento Dark e questa volta sono
degli Italiani a proporcelo. Si chiamano Idea Ostile e si formano
nel 2002. I testi sono introspettivi e profondi, rimarcati da una
sonorità assolutamente personale, grazie al violino di Daniele
Bortoluz ed ai due bassi (si, avete capito bene, due), quelli a quattro
ed a sei corde di Massimo Longo ed Ervin Bez.
Questo ensamble, completato da Stefano Funes alla batteria e da Lorenzo
“Lollo” Viale alla voce, ha questo suono profondo ed immaginate
di prendere i Cure, Litfiba, Tool e certa Psichedelia degli anni ’70
e ne avrete una vaga impressione. Gli Idea Ostile sono di Belluno
e Padova, nel 2005 incidono un demo dal titolo “Demo 2005”
per poi partecipare e vincere anche alcune manifestazioni sonore,
come nel 2007 al Castello Live Contest di Valdagno (VI).
Roboante oscurità, il suono criptico lascia solo vagamente
spazio a squarci di luce, come in “Scuse Geometriche”,
brano strepitoso interpretato vocalmente alla perfezione da un istrionico
Lollo Viale. Ancora più greve la corta “Cul De Sac”,
spaventosa nell’incedere e molto “Progressiva” nella
struttura. Ci sentiamo persi in questo vicolo cieco. Questa è
da preludio al pezzo più interessante del disco, “Taurus”.
Ritmica ovviamente in evidenza, immaginate dei Litfiba colti da depressione,
con un violino lamentevole alla My Dying Bride… davvero un bagno
nella pece. L’artwork è molto curato, con tanto di testi
ed il merito va attribuito ad Angelo Feltrin (Desolate Sun). I brani
contenuti sono sette per una durata di poco più di 32 minuti,
forse unico neo del disco, perché quando ci si fa la bocca,
è terminato. Ma questo potrebbe essere anche un pregio, in
quanto lascia voglia di attendere nuovi sviluppi. Poi chi lo dice
che è meglio la quantità che la qualità? Certo
è che l’oscurità proposta ha un fascino notevole,
specialmente ci si diverte all’ascolto vibrante dei due bassi
che sfregiano questa tela nera, dove impressa c’è disegnata
la nostra fantasia.
Io non ho paura di essere triste, a volte nella vita si ha anche bisogno
di meditare, per cui “…Destabilizzazione In Corso….”
potrebbe essere la giusta colonna sonora dei vostri pensieri.
Astenersi i deboli di carattere, depressione dietro l’angolo.
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