Rock Impressions

Hexperos - The Veil of Queen Mab HEXPEROS - The Veil of Queen Mab
Equilibrium Music
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Neo Classic / Gothic
Support: CD - 2010

Ci son voluti tre anni agli Hexperos per tornare sul mercato con una nuova uscita discografica, questo progetto guidato dal polistrumentista Francesco Forgione e dalla cantante e flautista Alessandra Santovito (ex Gothica), ci aveva incantati per la bravura di questi artisti, particolarmente capaci di costruire atmosfere di grande bellezza. Al loro fianco gravitano altri validi musicisti come l’arpista Francesca Romana di Nicola e dal violinista Alessandro Pensa, presenti anche sull’album precedente, a cui si aggiunge Manuel Manzitti al fagotto, mentre come ospite troviamo il chitarrista Riccardo Prencipe (Lupercalia, Corde oblique) in un brano.

Anche questo nuovo album è composto da quattordici composizioni, l’incedere è ancora solenne e volutamente lento, riflessivo, trascendente. Il fattore estetico è predominante e la bella voce di Alessandra appare sempre più matura e capace, ma è l’insieme di tutti gli elementi che premia l’ascolto, in questo senso il gruppo conferma tutte le buone impressioni del debutto, mostrando di essere cresciuto, anche se non vi sono sostanziali differenze con l’album precedente. L’album parte molto bene con la fiabesca “The Fairy Apprears”, quasi una proclamazione di intenti, dal titolo molto eloquente, musica fiabesca di ottima fattura. Molto più solenne e dark è “Queen Mab”, dominata da una sensazione di incombente tragedia, un brano molto epico. La mesta “El Velo Azul” mi colpisce meno, una canzone dall’andamento lento ed elegante, ma poco coinvolgente. Meglio la celtica “Moon Spell”, dove arpa e flauto fanno bella mostra, poi il brano si fa più cadenzato e imponente. “Summatem Deam” presenta un testo in latino ed evoca la musica medievale, vicina per certi versi ai Carmina Burana di Orff. Molto riflessiva è “Diadem of the Night”, in contrasto con la concretezza del brano precedente. Da questo punto il disco continua senza proporre nuove soluzioni, ma cercando di scavare più a fondo sulle emozioni che abbiamo descritto fin’ora, mostrando una buona unità compositiva.

Nel complesso questo secondo lavoro degli Hexperos è un disco intenso e affascinante, ben suonato e ben cantato, un disco che ha l’unico difetto di rivolgersi ad un pubblico di cultori del genere, ma che non faticherà a trovare un proprio pubblico. GB

Altre recensioni: The Garden of Hexperides

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