Rock Impressions

Hexperos - The Gardens of Hexperides HEXPEROS - The Garden of Hexperides
Equilibrium Music
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Neo Classic / Gothic
Support: CD - 2007

Ricordate i Gothica? Un duo italiano con alla voce Alessandra Santovito e Roberto del Vecchio alle tastiere, che ha dato alle stampe due interessanti cd, con un sound carico di elementi neo classici ricchi di malinconiche suggestioni dark. Bene oggi Alessandra torna a farsi sentire con questo nuovo progetto, mentre Roberto si è dedicato ai The Last Hour. Al fianco di Alessandra ora c’è Francesco Forgione che suona il double bass, la chitarra e le tastiere, poi troviamo l’arpista Francesca di Nicola e i violinisti Domenico Mancini e Alessandro Pensa.

Le Esperidi sono personaggi mitologici, erano le custodi di un albero di mele caro ad Afrodite e cantavano in modo melodioso, Alessandra, che ha un curriculum molto ricco, si ispira al loro mito e porta avanti l’esperienza iniziata coi Gothica per spingersi ancora più verso un sound neo classico. Il riferimento primo va, come sempre in questi casi, ai Dead Can Dance che hanno davvero creato un seguito impressionante, con centinaia di artisti che si sono ispirati alle loro sperimentazioni sonore e che quindi possono essere considerati come uno dei gruppi più influenti di tutto il movimento dark wave degli anni ottanta.

Gli Hexperos sono un gruppo maturo e questo loro album ne è la prova, quattordici brani molto coesi e convincenti, dove i nostri sono bravi nel creare un humus ideale per le capacità canore di Alessandra. Non c’è una canzone che spicca sulle altre, ma tutte hanno una propria identità che cotribuisce a formare le trame di questo album molto ben bilanciato tra estetica e spiritualità. La voce di Alessandra è cresciuta e oggi è molto più brava, gli studi classici e jazz hanno dato il loro frutto per la nostra gioia. Roberto non ha ancora un curriculum altisonante, ma dimostra di avere al tempo stesso gusto e tecnica, doti non sempre coniugate bene. Talvolta la musica è un po’ troppo lenta e meditativa, sprofondando l’ascoltatore in un estasi mistica un po’ troppo passiva, ma la finezza di certi passaggi è tale che alla fine resta sempre un senso di appagamento.

In sostanza The Garden of Hexperides è un album bello, ma tutt’altro che facile, un disco che richiede dedizione e attenzione, che richiede un ascolto meditato e attento, il premio è un momento di assoluto rapimento verso vette artistiche inebrianti. GB

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