Rock Impressions

Tony Hernando - Actual Events TONY HERNANDO - Actual Events
Lion Music
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Virtuoso
Support: CD - 2009

Questo nuovo album del funambolico Tony Hernando (Saratoga), il quarto della sua carriera solista, viene presentato come il disco più heavy della sua carriera e il nostro apre subito le danze con una serie di scale da consumato guitar hero, sembra proprio che il suo scopo sia di strabiliarci facendo a gara con se stesso e con gli eroi della sei corde come Malmsteen e MacAlpine. In passato ho apprezzato la personalità di questo musicista , ma questa sua propensione alla velocità mi ha lasciato un po’ perplesso, ho sempre creduto nei chitarristi che riuscivano ad emozionarmi con le note giuste, a volte anche poche, e non con le scale sciorinate a velocità impossibili, anche se so riconoscere il talento dei chitarristi ipertecnici e superveloci.

Tony di talento ne ha da vendere e lo dimostra brano dopo brano, accompagnato dall’amico Mike Terrana, che lo segue in ogni sua avventura e che da un grande contributo alla riuscita del disco. Il suo stile in questo Acrual Events è molto neoclassico, anche decisamente prog metal, anche se non mancano accenni di fusion, ma questi sono molto meno evidenti rispetto al passato. Le canzoni tutte strumentali sono tutte molto veloci, brani costruiti con cura e con perizia, che denotano una certa maturità dell’artista, ma nonostante questi pregi innegabili, l’ascolto di questo Actual Events mi lascia alquanto freddo, distaccato. Non a caso la mia attenzione si risveglia proprio per gli episodi meno aggressivi, come la delicata “Tomorrow’s Rain”, una brevissima parentesi con chitarra acustica, dove il nostro mostra tutto il suo gusto e la sua bravura anche in questo territorio, la conclusiva “The Watcher”, che offre ancora suggestioni acustiche, ma anche elettriche, infine non disdegno nemmeno il metal cadenzato e nervoso di “Deathly Kiss”.

Tony Hernando in questo suo nuovo album ha mostrato di essere un po’ troppo autoindulgente, è un peccato comune a molti guitar heroes, ma è anche un peccato evitabile, soprattutto oggi che di dischi di chitarristi ne sono già stati fatti tanti. GB


Altre recensioni: The Shades of Truth;
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