Rock Impressions

Claire Hamill - Love in the Afternoon CLAIRE HAMILL - Love in the Afternoon
Cherry Red - Esoteric Recordings
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Rock
Support: Lp 1988 - CD
2008

Il successo di critica riscosso col precedente Voices ha dato nuova linfa alla Hamill che con questo disco torna a sonorità più cantautorali, ma che al tempo stesso fa tesoro dell’esperienza acquisita con l’album citato. Ne esce un mix di soft folk rock e Ambient dal grande fascino poetico. In questo disco Claire ha veramente messo tutta se stessa e si può affermare che si tratta di uno dei suoi lavori più riusciti, anche se è molto morbido e oggi come oggi anche piuttosto datato, sono sonorità che oggi non riscuoterebbero molto entusiasmo, soprattutto nel pubblico giovane, ma si sa che ogni generazione ha i suoi gusti…

Fin dall’iniziale “Glastonbury” si sente che la Hamill è tornata al suo stile compositivo, un mix molto raffinato che delizia anche nella seguente “Japanese Lullaby”, ma ecco che gli esperimenti di Voices ritornano in “Crossing”, un po’ meno ambient, ma molto simili. “Calling to You” ha un refrain quasi radiofonico, anche se mantiene un’eleganza che non è fatta per il grande pubblico. “Horses” sembra la continuazione in tono vivace del brano precedente, con alcuni spunti vocali ambient, un discreto compromesso. “Trees” è una ballata molto romantica con il pianoforte in primo piano, la Claire dice che questo è il suo brano preferito, in effetti è intriso di femminilità, forse anche troppo, quindi credo piacerà molto alle nostre lettrici. “Liverpool Theme” invece sterza decisamente sull’ambient e sinceramente lo trovo piuttosto prolisso, lo ammetto è un mio limite, ma l’ambient fatico a digerirlo. Molto più gradevole è la delicata title track, che ricorda la colonna sonora di un film non troppo impegnato, una parentesi solare da godere. “Beauty of England” riprende ancora una volta le atmosfere vellutate di Voices e chiude l’album all’insegna dell’emozione. Questa ristampa è arricchita da due traccie inedite che sono l’epica “Jerusalem” che risale a due anni prima e “Someday We’ll Be Together” dell’anno dopo, la prima è molto gradevole e ricorda i Clannad, per certi versi anche la seconda è in questa linea, ma è un brano molto più solare e suggestivo, comunque due ottime bonus.

La Hamill con questo disco ha reso più completa la sua discografia, rendendo sicuramente un buon servizio ai suoi fans e dimostrandosi autrice capace di dosare con sapienza la propria creatività. GB

Altre recensioni:
The Minor Fall, the Major Lift; One House Left Standing; October; Voices

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