Il gruppo Rock più importante della Svizzera, propone alla
nostra attenzione il loro ottavo lavoro. Il sound della band matura
sempre più, grazie questa volta all’impiego di strumenti
come viole, violini e fisarmonica! Non temete, non sono impazziti,
tutto questo è presente solamente in piccolissima dose.
Gli elvetici capitanati da Steve Lee (voce) e Leo Leoni (chitarra)
non esulano dai loro oramai radicati e collaudati confini, L’Heavy
Metal suonato è quello di miglior razza. “Domino Effect”
è sicuramente uno dei dischi più duri della band, ci
sono brani accattivanti, altri delicati e le 14 composizioni scorrono
via che è un piacere.
Carica Hard con “Master Of Illusion”, più intrigante
“Gone Too Far”, mentre “Domino Effect” si
fa rispettare. I toni si abbassano con la semiballata “Falling”,
semplice come molte altre della categoria, ma la bravura dei Gotthard
sta proprio nel rendere tutto molto personale. Prosegue la scia “The
Call” con uno Steve Lee in grande spolvero. Le melodie sono
dirette, impreziosite di tanto in tanto da brevi solo di chitarra
elettrica, proprio come lo stile ci insegna, per un risultato più
che buono. Non è semplice oggi suonare un buon disco di Hard
Rock visto l’inflazionamento e la staticità priva di
evoluzione del genere, cosa dire di più di quanto è
gia stato detto? Ovviamente è quasi impossibile uscirsene con
un capolavoro, ma gli svizzeri ogni volta ci vanno vicino, molto vicino.
Grandiosa “The Oscar Goes To You”, proprio con l’uso
degli archi come accompagnamento, non si scherza con il Groove di
“Come Alive” e ci si innamora con “Where Is Love
When It’s Gone”, davvero emozioni per tutti i gusti.
Alla ribalta dal 1989, un disco di diamante, tre tripli di platino,
quattro doppi e quattro dischi normali di platino… altro da
aggiungere per inquadrare le doti della band? “Domino Effect”
è un altro tassello che incastra alla perfezione nell’
onorata carriera, non resta che prenderne doverosamente atto. MS
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