Dino Fiorenza è un bassista virtuoso, il suo nome ha cominciato
a farsi notare giovanissimo al fianco di Maurizio Solieri, poi dopo
aver fatto parte del cast di Jesus Christ Superstar nel 2000 ha iniziato
un’escalation, che lo ha portato a suonare con nomi di primo
piano a livello internazionale, come Steve Vai, Paul Gilbert, Slash,
Yngwie Malmsteen, Zack Wilde, Simon Phillips, Jennifer Batten, Mistheria,
tanto per fare alcuni esempi, alcuni dei quali sono presenti in questo
suo disco solista.
It’s Important è un album strumentale straripante di
virtuosismi, le intenzioni sono subito chiare,il brano d’apertura
ha un titolo inequivocabile, “Tap This Bass” e mentre
Dino si esprime a livelli disumani, il chitarrista Fabrizio Leo si
lancia in assoli spericolati e sono scintille, mentre nella parte
centrale troviamo un lungo assolo di basso da far impallidire, anche
il lavoro di batteria di Gaetano Nicolosi, presente in tutti i brani,
è commisurato allo sforzo tecnico degli altri musicisti. Non
ci si riposa ed ecco una seconda scarica di note con “Devil
Go”, questa volta alla chitarra troviamo Massimiliano Cona,
brano leggermente più heavy del primo, all’insegna di
un jazz metal di scuola americana. “Liquid” è tellurica,
Fiorenza fa un lavoro di basso mostruoso, mentre il chitarrista Prashant
Aswani si produce in solos abbastanza atmosferici. Non voglio perdermi
in un track by track, perché quanto detto fin’ora vale
anche per i brani a seguire, quello che mi piace è la varietà
di situazioni, il disco scorre bene e, anche se è rivolto principalmnete
ad un pubblico di appassionati di virtuosismi, si lascia ascoltare
abbastanza bene. Da segnalare fra i guest la presenza del tastierista
Mistheria (Bruce Dickinson) in quasi tutti i brani, il giovane chitarrista
Marco Sfogli (James La Brie), altro talento nazionale in ascesa, Jennifer
Batten e Neil Zaza, Dave Martone, ma anche i nomi a me meno noti dei
chitarristi Andrea Morucci (gran bell’assolo acustico), Antonio
Ferlito, Alessandro Benvenuti, Nino Cardullo e Gianni de Chellis meritano
una menzione.
Fa molto piacere vedere che i nostri artisti acquistano sempre maggior
spazio a livello internazionale, fa bene alla nostra musica e ci da
la possibilità di aprire la strada ad altri talenti di cui
il nostro paese è sicuramente ricco. Viva il rock in tricolore.
GB
Interviste: 2011
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