Avevo
un po’ perso di vista questa band anche se mi sono sempre piaciuti,
il guaio (e la fortuna) di dover seguire troppe proposte. Vedo che
sono arrivati al dodicesimo album, nonostante diversi cambi di formazione,
che hanno riguardato soprattutto le cantanti.
Il loro folk è sempre stato venato da melodie piacevoli e non
troppo legate al passato, come hanno fatto altre formazioni, in un
certo senso la loro proposta è abbastanza fruibile anche da
un pubblico più vasto. Tradizioni e modernità vengono
fuse insieme dalla band, un po’ come fanno ad esempio i Blackmore’s
Night su un fronte più rock e non “pagano”. Musiche
rituali e sciamaniche vengono mitigate da ritmiche attuali e suoni
elettrici e la musica diventa danza e festa, ottima per le esibizioni
live. Questa “leggerezza” viene compensata da un songwriting
vario e sempre coinvolgente.
Dopo tanti anni si è perso l’effetto sorpresa, queste
musiche sono proposte da tanti artisti diversi, con diverse caratteristiche,
i Faun in questo contesto sono diventati una voce autorevole e una
garanzia. GB
Altre recensioni: Renaissance; Totem
|