Se
uno non conosce gli Elvenking, la prima cosa che pensa ascoltando
questo The Scythe (che è il loro quarto album) è di
avere tra le mani il disco di una potente band nordeuropea, il loro
power metal condito da svariate influenze, che vanno dagli Skyclad
ai Blind Guardian, con elementi anche di metal estremo e di gothic
metal, è un riuscito mix che brilla sia a livello compositivo
che anche per la maturità esecutiva raggiunta, inoltre presenta
delle ottime melodie ed è anche prodotto molto bene, forse
non è un caso che il gruppo abbia registrato negli Finnvox
Studios di Helsinki.
The Scythe è più metallico e potente dei lavori precedenti,
dieci canzoni ben bilanciate fra potenza e melodia come nell’iniziale
track che da il titolo all’album, il cantato è molto
moderno, con clean vocals, in sottofondo non manca il violino di Elygane
che da quel tocco folk che non guasta anche se in questa traccia è
davvero poco udibile. “Lost Hill of Memories” attacca
ancora con potenza, ma poi recupera in melodia con il cantato, retta
da un andamento rallentato che deve funzionare molto bene dal vivo
col pubblico che canta insieme al gruppo. “Infection”
è più cattiva e cala un’atmosfera oscura sul disco,
il cantato ora è più rauco e aumenta l’inquietudine
in questa track piuttosto teatrale. “Poison Tears” è
una power song, una scarica di energia pura, controbilanciata dalla
medievaleggiante “A Riddle of Star” che segue, ma è
solo un intro, perché poi la traccia si trasforma in un folk
metal pieno di buon umore, davvero una bella traccia. “Romance
and Wrath” è un po’ più scontata, una classica
metal song. Meglio la goticheggiante “The Divided Heart”.
“Totentanz” ha l’andamento di una ballata folk e
siamo ancora in campo neogotico, anche in questo contesto il gruppo
risulta convincente. “Death and the Suffering” invece
fa una capatina in territorio black metal con cadenze folk e mostra
il lato più arrabbiato del gruppo. Chiude il folk metal di
“Dominhate” e la band sfoggia ancora i muscoli, questi
sono i nuovi Elvenking, prendere o lasciare.
Senza dubbio questo è un album molto riuscito, però
mi sembra anche un po’ commerciale nel senso che mi sembra che
il gruppo abbia perso un po’ in originalità per andare
incontro ai gusti del grande pubblico, di sicuro è un album
che può portare molta fortuna ai nostri e io gli faccio gli
auguri, però spero che in futuro questi ragazzi siano anche
capaci di fare qualcosa di un po’ più creativo e originale.
GB
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