Rock Impressions
 

Gianni Della Cioppa - Il Negromante del Rock
STEVE SYLVESTER e GIANNI DELLA CIOPPA
Il Negromante del Rock
Crac Edizioni
2011

Nonostante io e Steve abbiamo percorso strade che molto spesso si sono incrociate, non ci siamo mai incontrati di persona. Coltivo un’amicizia sincera con Paolo Catena fin dall’85, sono stato varie volte a casa sua e lui è stato a casa mia, anche Andrea Vianelli è venuto a trovarmi e ci siamo visti diverse volte, poi sono amico del “Gallo” di cui pure sono stato ospite in più occasioni, ho visto molti concerti di Paolo, ero anche a Soliera per il famigerato “Last Gig” (che fu davvero un gran concerto di circa tre ore se non ricordo male) e ricordo molto bene l’impressione avuta quando all’uscita abbiamo trovato il lenzuolo scritto col sangue da Steve, che preannunciava il suo ritorno sulle scene (episodio ricordato anche nel libro). Ho assistito anche ad un concerto dei nuovi Death SS senza Paolo, ricordo che al momento del lancio di sangue e vermi il pubblico era fuggito a gambe levate, tranne tre o quattro spettatori, che sembravano inebriati dall’aver ricevuto una generosa porzione dell’orrida mistura.

Di sicuro l’editore Marco Refe e l’amico Gianni (Della Cioppa) hanno avuto un certo coraggio, sempre che credano alle storie di jella perennemente legate al mondo che gravita attorno alla temibile band pesarese, a pubblicare un libro su personaggi che incutono ancora un certo timore reverenziale. Ricordo che una volta avevo consultato un catalogo di dischi per collezionisti, ma cercando i Death SS non avevo trovato nemmeno l’ombra di un titolo, proprio come se non esistessero. Comunque, coraggio o follia, ecco che possiamo trovare nelle librerie questo volume dedicato ad uno degli artisti più controversi del panorama internazionale: Stefano Silvestri in arte Steve Sylvester.

Già internazionale, perché in fondo il panorama “nazionale” è sempre stato stretto a Steve e compagni, che nella loro storia hanno fatto cose che nessun altro gruppo aveva osato prima di loro, almeno non agli stessi livelli. Effettivamente, nei primi anni ’70, c’erano stati alcuni gruppi molto trasgressivi come i Black Widow e i Coven (per fare due nomi, ma l’elenco è piuttosto lungo), che avevano riportato rituali esoterici e satanici sui loro dischi, con concerti spesso shoccanti. C’è stato Alice Cooper che ha sempre inscenato spettacoli molto teatrali e grandguignoleschi, poi a metà decade sono arrivati anche i Throbbing Gristle di Genesis P. Orridge che pure ci hanno dato dentro parecchio a trasgressione, mentre per quanto riguarda l’immagine da Cristo “vampiro”, questa era già stata proposta da Carmelo Bene nel film Salomé del 1972. I Death SS sono arrivati dopo tutte queste cose, comunque la lettura di questo libro svela particolari e retroscena che fanno in ogni caso della band di Pesaro qualcosa di unico e difficilmente ripetibile.

Il libro si apre con quattro prefazioni, una dello stesso Steve, una di Gianni, poi spiccano quella del noto Carlo Lucarelli, che non ha bisogno di presentazioni e che è un grande appassionato di musica, e quella del regista Marco Manetti della Manetti Bros, che ha voluto Steve come attore in un episodio della serie televisiva L’Ispettore Coliandro. Nelle prefazioni si sottolinea il carattere “internazionale” dei progetti musicali e artistici di Steve, ricordando come sia stato difficile emergere nel nostro paese per un gruppo/artista così trasgressivo e sottolineando come avrebbe potuto essere tutto diverso se Steve fosse nato in un paese anglosassone. Sinceramente non credo che Steve avrebbe avuto per davvero un successo maggiore o maggiori consensi se fosse stato inglese o americano, perché le sue scelte, che sono molto vicine a quelle di altri artisti già citati, non hanno portato nessuno di loro ad una fama su larga scala, il satanismo e l’occultismo non sembrano aver portato veramente un grande successo agli artisti più estremi, poi sul satanismo e occultismo di band di più largo consenso come Led Zeppelin o Eagles si potrebbe discutere, ma le loro pratiche non sono mai state esposte al pubblico in modo tanto esplicito, discorso a parte andrebbe fatto per King Diamond dei Mercyful Fate e Marilyn Manson, ma il primo non ha mai ottenuto consensi fuori dal circuito metal, mentre il secondo ha fatto davvero molto scalpore, ma oggi la sua stella sembra decisamente in declino.

La parte del leone ovviamente sono i racconti di Steve sui suoi trascorsi musicali e non, una specie di lunga e ricca “confessione”, dove il nostro svela moltissimi retroscena che lo hanno portato ad essere definito come “il negromante del rock”, sicuramente una definizione molto azzeccata e più che meritata. Il libro è scritto in prima persona e Steve racconta aneddoti e curiosità facendo un percorso schematico ed esaustivo sul suo passato, senza tralasciare gli aspetti più delicati, problematici e curiosi, in pratica si è messo “a nudo”, un po’ come in copertina del libro e un po’ come in alcune sue foto. Steve si è spogliato di ogni pudore e di ogni prudenza ed ha come “svuotato il sacco” sul suo passato, raccontando anche aspetti molto intimi e sicuramente per qualcuno “discutibili”. Ci sono pagine che si leggono tutte d’un fiato, pieni di stupore per certi eccessi, raccontati con cristallina e disinibita sincerità, Steve ha fatto cose di cui la maggior parte delle persone proverebbe un profondo senso di vergogna e forse di rimorso, mentre per Steve sembrano essere state esperienze del tutto naturali, quasi “normali”, se possa esistere un concetto condiviso di “normalità”. Ricordo un episodio che non viene raccontato nel libro e che mi aveva riferito Paolo, il giorno della misteriosa morte di Giovanni Paolo Primo (Papa Luciani) Paolo e Steve stavano facendo delle prove o un rito e dopo la morte del Santo Padre gli spiriti infernali si sono scatenati pieni di eccitazione in un sabba frenetico per festeggiare l’evento, considerato come una vera e propria vittoria del male sul bene, ma ne Paolo ne Steve sapevano il motivo di tanta infernale euforia, l’hanno scoperto solo in seguito.

L’infanzia, l’adolescenza, i turbamenti, gli interessi crescenti per l’occulto e per tutto quello che è legato al mondo della notte e del mistero, il cammino di un essere “altro” all’interno di una provincia piccolo borghese come quella di Pesaro, una città che con gli anni è diventata troppo angusta per questa anima agitata. Il sodalizio con Paolo Catena e poi i riti, le profanazioni, i sacrifici, le passioni… in altre parole le scelte di un artista che ha sempre cercato la trasgressione prima di tutto. Ci sono anche gli errori, le sofferenze, il molto discutibile rapporto con le droghe e un senso di aver fatto cose che in fondo non hanno rappresentato per Steve stesso una vera crescita come persona, come uomo. Penso che Steve non lo ammetterà mai, ma in alcune sue pagine sembra di sentire un senso di rimpianto e di amarezza per certe scelte che hanno condizionato pesantemente e, penso di poter dire, “negativamente” la sua vita e quella delle persone che gli sono state vicino, in particolare mi ha colpito la cinica freddezza con cui a pagina 110 Steve accenna alla possibile “fine” tragica della “generosa” Milena.

Un’altra parte sicuramente interessante è quella dedicata alle interviste, una per ogni membro significativo dei Death SS, ma solo di quelli del primo periodo, l’unica nota stonata è che non si tratta di interviste inedite, perché pubblicate sulla fanzine ufficiale della band, comunque danno completezza al lavoro nel suo insieme, ma indubbiamente il fascino del libro risiede nel pensiero espresso da Steve, dal suo modo di esporre e raccontare come è perché ha percorso determinate strade, comprese quelle più oscure ed esistenziali. Un libro quasi “filosofico”, se mi passate il termine, del resto il satanismo più evoluto si è sempre voluto passare più per una filosofia che non per una religione. Largo spazio è ovviamente dedicato all’amico-nemico Paolo Catena, o meglio al “morto” come lui chiama se stesso riferendosi al periodo in cui ha militato nella band maledetta. Ma la mia opinione personale è che Steve senza Paolo non sia riuscito a ricreare le suggestive atmosfere musicali degli inizi. Paolo è visto in questo libro come una figura fondamentale per Steve, ma mi sembra di poter dire che la sua importanza artistica è stata un po’ taciuta o almeno non ben evidenziata. Come sappiamo poi Paolo nella sua carriera solista ha intrapreso un cammino di “liberazione” che ancora oggi non mi sembra del tutto concluso.

Sono tantissime le valutazioni che mi verrebbero da proporre sulla lettura di questo libro, un titolo che attirerà attenzioni e polemiche a non finire, un libro che gli ambienti ultra ortodossi religiosi vedranno come una nuova bibbia satanica e i “benpensanti”, nella migliore delle ipotesi, considereranno di “cattivo gusto”, ma sono convinto che resta un documento molto interessante e forse anche pericoloso, non tanto per il lettore impressionabile, ma perché Steve accenna in più occasioni a personaggi squallidi e molto tristi e alle loro pratiche orientate solo allo sfruttamento del prossimo, personaggi che potrebbero non gradire le sue “confessioni”. Quindi Steve attirerà su di sé molte ire e molte critiche, ma in fondo credo che sia una cosa che lo stesso Steve abbia ben chiara, anzi ho come l’impressione che l’abbia voluta esplicitamente, come una sorta di nuova prova da superare, come un processo di purificazione, un nuovo rito per accedere ad un nuovo livello, non so dirvi se verso una strada “nuova” e inaspettata o se sempre inserito in un contesto occulto e maligno, ma di certo molte sue affermazioni sembrano celare qualcosa di più di semplici racconti di un passato scomodo e comunque sempre sopra le righe. GB

Altri libri di Della Cioppa: Italian Metal Legion; Il Grande Libro dell'Heavy Metal;
Va Pensiero
; 33 Racconti Rock

Indietro alla sezione Libri

Flash Forward Magazine



Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Art | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |