Rock Impressions

Cyril - Gone Through Years
CYRIL - Gone Through Years
Progressive Promotion Records
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: Progressive Rock
Support: CD
- 2013


E si, non ditemi che non avete mai sognato di fare un viaggio con la macchina del tempo! Non ci credo….Come l’uomo ha sempre desiderato volare, la macchina del tempo è un altro di quei desideri irraggiungibili che si cela dentro ognuno di noi. H.G. Wells ne ha scritto un libro, “The Time Machine”, non avrà viaggiato veramente nel tempo, ma con i proventi di sicuro avrà girato mezzo mondo! Questo della macchina futuristica è il concept sul quale è argomentato il debutto dei tedeschi Cyril, band formatasi nel vicino 2010 dai residui della band Gabria e dedita ad un Prog melodico e diretto. Si compongono con Larry B. (voce), Marek Arnold (fiati e tastiere), Denis Strassburg (basso), Ralf Dietsch (chitarra) e Clemens Litschko (batteria).

Con un confezione cartonata, “Gone Through Years” è inciso molto bene e si presenta suddiviso in dieci tracce, in equilibrio fra Rock, Metal Prog, AOR e New Prog.
I Cyril iniziano il viaggio subito con una buona causa, tentano di cambiare gli eventi accaduti ad una giovane ragazza di nome Alice, morta prematuramente in un incidente stradale, il brano si intitola “ In Search Of Wonders”. La voce calda di Larry narra la vicenda su una struttura melodica di facile presa e ben arrangiata. Notate che nel disco, gli arrangiamenti sono uno dei punti di forza. Velatamente malinconica e dal buon ritornello, la canzone descrive anche il DNA musicale della band.

“Sweet Alice” ricorda la memoria della ragazza, in questo caso le chitarre sia acustiche che elettriche, si alternano nell’accompagnare la vicenda. Un piano apre “Through Time And Space”, canzone più vivace e se vogliamo anche più Prog, con l’attenzione rivolta al sound americano dei Spock’s Beard. Voglia di stupire senza strafare, badando molto alla pulizia esecutiva e sonora. Coronano il tutto un sax ed un coro femminile.

Spazi più ampi con il lento tempo cadenzato di “Gone Through Years”, sei minuti di Rock ben confezionato. Fra le note molto spesso si ha la sensazione di deja vu, ma questo è il rischio che si affronta nel proporre questo genere di sonorità in senso generale. I Cyril cambiano spesso il tempo ed infarciscono i suoni con sorprese, non mancano neppure richiami al New Prog degli anni ’80. Chitarra acustica e bellissima esecuzione in “Days To Come”, qui la band cerca di mettersi, anche per un istante, in vetrina.

“Mental Scars” in alcuni versi ricorda i Dream Theater più delicati, mentre la successiva “Gate Of Reflection” prosegue il cammino popolare del suono. L’album si chiude in crescendo emotivo con tre brani di quasi sette minuti l’uno, “Eading For Disaster”, “World Is Lost” e “Final Ending”. Qui i Cyril spingono sull’acceleratore ed ecco uscire allo scoperto anche un lato Queensryche.

Quello che i tedeschi sono riusciti a fare è unire un insieme di stili con un legante che è quantomeno ruffiano, ossia il senso per le buone melodie e dei ritornelli accattivanti. C’è il rischio che tutto questo possa scontentare tutti, cioè gli amanti del Metal Prog o del Prog stesso, avere i piedi su più staffe è sempre un incognita. Personalmente ho apprezzato molto, perché se lo ascoltate attentamente, è un disco profondo e ricco di buone idee, solo apparentemente spensierato. Comunque voi la pensiate, è un lavoro altamente professionale, su questo non c’è dubbio. MS

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