| E si, non ditemi che non avete mai sognato di fare un viaggio con 
            la macchina del tempo! Non ci credo….Come l’uomo ha sempre 
            desiderato volare, la macchina del tempo è un altro di quei 
            desideri irraggiungibili che si cela dentro ognuno di noi. H.G. Wells 
            ne ha scritto un libro, “The Time Machine”, non avrà 
            viaggiato veramente nel tempo, ma con i proventi di sicuro avrà 
            girato mezzo mondo! Questo della macchina futuristica è il 
            concept sul quale è argomentato il debutto dei tedeschi Cyril, 
            band formatasi nel vicino 2010 dai residui della band Gabria e dedita 
            ad un Prog melodico e diretto. Si compongono con Larry B. (voce), 
            Marek Arnold (fiati e tastiere), Denis Strassburg (basso), Ralf Dietsch 
            (chitarra) e Clemens Litschko (batteria).
 
 Con un confezione cartonata, “Gone Through Years” è 
            inciso molto bene e si presenta suddiviso in dieci tracce, in equilibrio 
            fra Rock, Metal Prog, AOR e New Prog.
 I Cyril iniziano il viaggio subito con una buona causa, tentano di 
            cambiare gli eventi accaduti ad una giovane ragazza di nome Alice, 
            morta prematuramente in un incidente stradale, il brano si intitola 
            “ In Search Of Wonders”. La voce calda di Larry narra 
            la vicenda su una struttura melodica di facile presa e ben arrangiata. 
            Notate che nel disco, gli arrangiamenti sono uno dei punti di forza. 
            Velatamente malinconica e dal buon ritornello, la canzone descrive 
            anche il DNA musicale della band.
 
 “Sweet Alice” ricorda la memoria della ragazza, in questo 
            caso le chitarre sia acustiche che elettriche, si alternano nell’accompagnare 
            la vicenda. Un piano apre “Through Time And Space”, canzone 
            più vivace e se vogliamo anche più Prog, con l’attenzione 
            rivolta al sound americano dei Spock’s Beard. Voglia di stupire 
            senza strafare, badando molto alla pulizia esecutiva e sonora. Coronano 
            il tutto un sax ed un coro femminile.
 
 Spazi più ampi con il lento tempo cadenzato di “Gone 
            Through Years”, sei minuti di Rock ben confezionato. Fra le 
            note molto spesso si ha la sensazione di deja vu, ma questo è 
            il rischio che si affronta nel proporre questo genere di sonorità 
            in senso generale. I Cyril cambiano spesso il tempo ed infarciscono 
            i suoni con sorprese, non mancano neppure richiami al New Prog degli 
            anni ’80. Chitarra acustica e bellissima esecuzione in “Days 
            To Come”, qui la band cerca di mettersi, anche per un istante, 
            in vetrina.
 
 “Mental Scars” in alcuni versi ricorda i Dream Theater 
            più delicati, mentre la successiva “Gate Of Reflection” 
            prosegue il cammino popolare del suono. L’album si chiude in 
            crescendo emotivo con tre brani di quasi sette minuti l’uno, 
            “Eading For Disaster”, “World Is Lost” e “Final 
            Ending”. Qui i Cyril spingono sull’acceleratore ed ecco 
            uscire allo scoperto anche un lato Queensryche.
 
 Quello che i tedeschi sono riusciti a fare è unire un insieme 
            di stili con un legante che è quantomeno ruffiano, ossia il 
            senso per le buone melodie e dei ritornelli accattivanti. C’è 
            il rischio che tutto questo possa scontentare tutti, cioè gli 
            amanti del Metal Prog o del Prog stesso, avere i piedi su più 
            staffe è sempre un incognita. Personalmente ho apprezzato molto, 
            perché se lo ascoltate attentamente, è un disco profondo 
            e ricco di buone idee, solo apparentemente spensierato. Comunque voi 
            la pensiate, è un lavoro altamente professionale, su questo 
            non c’è dubbio. MS
 
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