Rock Impressions

Conqueror - Madame Zelle
CONQUEROR - Madame Zelle
Ma.Rah.Cash
Distribuzione italiana: Venus
Genere: Prog
Support: CD - 2010

Chi segue il panorama del Rock Progressivo italiano, conoscerà sicuramente il nome della band siciliana Conqueror. Una delle realtà in azione gia dal 2003, quando “Istinto” ci ha presentato una band acerba ma gia dalle grandi potenzialità. Natale Russo (batteria) e le sorelle Riganò (tastiere e fiati) dimostrano una crescita artistica inconfutabile con il nuovo “Madame Zelle”, quarto album da studio se non ci vogliamo aggiungere l’ep “Sprazzi Di Luce” del 2009.

La proposta ha molto degli anni ’70, grazie all’uso del flauto e delle tastiere, inevitabile l’accostamento con nomi altisonanti quali Le Orme. I Conqueror si sentono ancorati a quelle sonorità che hanno fatto la fortuna del genere, ma riescono ad impreziosirle grazie anche al calore mediterraneo della loro cultura. Tutto ciò si rifrange nel suono e sulle composizioni, l’inizio di “Indonesia” ne è testimone. Il disco è un concept album che tratta la vita dell’affascinante spia Mata Hari . Il disco si apre con “Margaretha” , una minisuite ricca di ogni ingrediente che rende un brano Prog manna per il fans. Il refrain finale è coinvolgente e porta all’evidenza la maturità di questo quintetto completato da Mario Pollino alle chitarre e da Gianluca Villa al basso.

La strumentale “Indonesia” è accattivante, adatta per una ballerina affascinante proprio come Mata Hari. In generale “Madame Zelle” è un disco molto vario, appropriato per molti tipi di ascoltatori, perché questa è una musica ricca di influenze e di buone melodie. Quello che forse andrebbe migliorato è il canto, non tanto come voce, quella di Simona, bella e melodiosa, quanto come struttura incastrata nel contesto strumentale. Perfette invece le parti strumentali che vivono di un fascino assolutamente ammaliante. Godibili negli assolo come in “Fascino Proibito” ed in molti altri frangenti. “Eleganza Perfetta” scorre via piacevolmente, mentre “H21” va ad estrapolare nel tempo passato certi giri armonici che sicuramente faranno venire la pelle d’oca ai più attempati di voi (chi ha detto Arti & Mestieri?). La musica dei Conqueror straborda cultura Prog come poche altre band hanno saputo dimostrare. Ascoltare brani come “Doppio Gioco” e “Da Sola” è avere la conferma di come si possono comporre canzoni orecchiabili anche in un genere complesso come questo. Ma come spesso si dice, dulcis in fundo, perché “Ad Occhi Alti” è uno dei brani più belli del disco, quasi nove minuti di intriganti sonorità, spesso ruffiane, ma sempre avvolgenti. Immancabili cambi di tempo ed ancora Orme nelle tastiere di Simona, mentre il sax nel finale di Sabrina fa concludere l’ascolto di “Madame Zelle” ad occhi chiusi.

Un disco che presenta al mondo una delle più belle realtà italiane ed io mi arrabbio sempre di più ogni volta che ascolto cose del genere, perché non mi spiego mai come una musica così bella non venga considerata degnamente dal grande pubblico! I Conqueror ancora una volta fanno un passo avanti. MS


Altre recensioni: Storie Fuori dal Tempo; Istinto; 74 Giorni


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