Rock Impressions

Circus Maximus
CIRCUS MAXIMUS - The First Chapter
Frontiers

A confermare che questo 2005 è l’anno del Metal Progressive ecco sopraggiungere un nuovo debutto discografico, quello dei Circus Maximus. Provenienti dalla fredda Norvegia sono autori di un sound melodico mirato ad un pubblico amante di Symphony X, TNT, Dream Theater, Queensryche e Pretty Maids.

Il gruppo si forma nel 2000 ed è composto da Espen Storo alle tastiere, Mals Hangen alla chitarra, Michael Eriksen alla voce, Truls Haugen alla batteria e da Glen Calo Mollen al basso.
Le influenze musicali sono davvero variegate, passano dal Prog degli anni ’70 all’ Heavy e Death Metal portando loro ad uno stile veramente singolare. Per chiudere le info biografiche aggiungo solo che i Circus Maximus prima di questo esordio hanno dato alla luce due demo.

Subito dal primo brano “Sin” si intuisce che abbiamo a che fare con un complesso preparato e cosciente dei propri mezzi. La voce di Michael è pulita, mentre il brano non ostenta le oscure atmosfere che solo i gruppi nordici sanno descrivere. Si ha anche l’impressione di incontrare i Queensryche, quelli della fine anni ’80. I Circus Maximus, oltre che un buon songwriting, hanno il senso della melodia molto spiccato, ritornelli orecchiabili e chitarre distorte non aggrediscono mai il brano. Un buon esempio è “Alive” nel quale si può godere anche di un buon arrangiamento di tastiere, forse però troppo vicine ai Dream theater.
“Glory Of The Empire” è uno dei brani più d’atmosfera del disco, con un introduzione tastieristica e di chitarra acustica. Proprio fra queste note si possono ascoltare le influenze del Prog anni ’70,anche se poi in realtà la canzone si articola in soluzioni metalliche.
“Biosfear” è strumentale, granitica, con la chitarra ritmica in evidenza, repentini cambi di tempo e giochi di pentagramma.
C’è la ballata, che in questo disco ha il nome di “Silente From Angels Above” e altri due buoni pezzi variegati con intromissioni ELP dal titolo “”Why Am I Here?” e “The Prophecy”.
Ma eccoci al dunque! La title track “The 1st Chapter” è una suite di quasi venti minuti, magniloquente, robusta, geniale ricercata e ruffiana, diamante del cd per la quale vale assolutamente la pena spendere questi Euri. Passaggi orchestrali epici, oscuri e violenti si alternano ad altri più morigerati con melodie veramente indovinate. Questa è grande musica.

Nella nostra versione europea possiamo anche godere di una bonus track dal titolo “Haunted Dreams, sette minuti che non aggiungono e non tolgono nulla di quanto sin qui detto.
Concludendo mi sto lentamente rendendo conto che il Metal Prog odierno sta mutando, non più solo Dream Theater debitore… ed era ora! MS

Altre recensioni: Isolate


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