| La fantascienza presa come punto di congiunzione fra realtà 
            e fantasia, una metafora della vita e del nostro essere umani. Un 
            viaggio mentale, proprio come quello che ci offre la musica. Cincopan 
            pesca nella sua di fantasia e nella fantascienza classica di Asimov 
            ed Orwell, tanto per citare due autori di spicco.
 
 “Passati Futuri” chiude il trittico concept iniziato nel 
            2011 con “I Primi Tre Secondi” e proseguito nel 2012 con 
            “Fantascienza”. Il polistrumentista, in questo nuovo racconto 
            si coadiuva di Guido Adragna alle chitarre e di Stefano Vaccari alla 
            batteria.
 
 Si parte dunque con “Macchie Di Colore”, una Psichedelia 
            unita al Pop di facile fruizione, tematica principe e colonna vertebrale 
            di questo nuovo lavoro, tuttavia l’artista denota una tendenza 
            alla struttura Rock tipica degli anni ’70. Infatti “Agosto” 
            trascina l’emotività nel periodo più ricco delle 
            nostrane Orme, un brano davvero interessante ed impreziosito da un 
            breve ma incisivo assolo di chitarra.
 
 “Il Cratere Del Tempo” è vicino al cantautorato, 
            con un ritornello indovinato, senza strafare e ruffiano al punto giusto. 
            Già a questo punto dell’ascolto, si denota una crescita 
            compositiva rispetto al precedente “Fantascienza”, sintomo 
            che l’autore sta maturando ed entrando nei meccanismi giusti 
            del sistema musicale, un giusto mix fra passato e presente o per meglio 
            dire, fra “Passati e Futuri”.
 
 Ascoltare “Dodici Volte Più Una” è come 
            bere un bicchiere d’acqua. Apprezzo molto i frangenti strumentali 
            più pacati, Psichedelia e Prog assieme spesso conducono verso 
            il grande piacere dell’ascolto. Anche “Numeri” mi 
            fa venire alla mente un mix fra le Orme e Lucio Battisti, questo per 
            rimarcare il concetto precedente sul cantautorato. Cincopan è 
            così, attento alle melodie ma allo stesso momento ricercato, 
            “Domani E’ Ieri” sta li a testimoniarlo. Il Rock 
            di fine anni ’60 fuoriesce da “Correre”, anacronistico 
            ed affascinante. Sembra di vedere i colori psichedelici che infestano 
            la musica di quegli anni, soprattutto nella successiva strumentale 
            “Spazio Liquido”, canzone che non stonerebbe assolutamente 
            nella discografia di Syd Barrett e soci. Il disco si chiude con “Homo 
            Novus”, una speranza per le nuove generazioni, magari anche 
            su un altro pianeta.
 
 Cincopan sta maturando ed ha intrapreso un percorso stilistico di 
            tutto rispetto, un mix fra cantautorato e Psichedelia, scelta da rispettare 
            in quanto coraggiosa rivolta ad un certo tipo di pubblico. Si, è 
            vero, una arma a sua disposizione è la buona melodia che comunque 
            contrasta con i momenti ricercatamente psichedelici. Tutto questo 
            personalmente non dispiace, diciamo che è il sale della musica, 
            quella voglia di divertire ma anche di divertirsi, magari con il cuore 
            e con la mente. Dai che ci siamo! MS
 
 Altre recensioni: Fantascienza
 |