| Sebbene 
            il gruppo sia insieme da più di dieci anni e abbia suonato 
            molto dal vivo negli States, credo che questo sia il loro disco di 
            debutto nel continente europeo.
 I tre axemen sono l'americano Paul Richards, il belga Bert Lams e 
            il giapponese Hideyo Moriya, mentre la sezione ritmica è composta 
            da due giganti come Tony Levin e Pat Mastellotto, entrambe (oltre 
            a moltissime collaborazioni) di fama King Crimson.
 
 I tre chitarristi possiedono un backgroung particolarmente eterogeneo, 
            infatti, Richards ha un passato legato al rock e al jazz, Lams ha 
            una profonda cultura classica, mentre Moriya viene addirittura dalla 
            surf music, sembra quasi impossibile che dei musicisti così 
            diversi possano trovare dei punti di contatto o che siano così 
            folli da volersi unire per un progetto decisamente coraggioso, eppure 
            sono riusciti a produrre un disco incredibilmente bello, come non 
            mi capitava di ascoltare da tempo.
 
 Dare delle definizioni alla musica suonata da questi virtuosi è 
            estremamente difficile, perché nei quattordici brani di questo 
            album spettacolare si può ascoltare davvero di tutto, ma il 
            termine progressive rock mi sembra il più adatto, quando per 
            prog si intende una musica priva di barriere stilistiche. Nonostante 
            l'ovvio orientamento alla chitarra di questo CD e nonostante sia un 
            disco interamente strumentale non mi sento di considerare questo lavoro 
            come un prodotto per fanatici della sei corde. Questo disco è 
            così generoso di emozioni ed è talmente orientato alla 
            bellezza delle composizioni che risulta essere un vero disco prog 
            nel senso più completo del termine. L'opener "Melrose 
            Avenue" apre con un arpeggio acustico arabeggiante, che assume 
            ben presto un ritmo indiavolato sempre molto mediterraneo. "Skyline" 
            ha un incedere più classico, ma con dei suoni di chitarre molto 
            particolari. Troviamo la rivisitazione di "Heart of the Sunrise", 
            un classico degli Yes rifatto con una verve sorprendente. "Hanagasa" 
            è puro blues, ma con un incedere orientale! "Zundoko-Bushi" 
            è una song elettrica in stile surf che ricorda il tema di James 
            Bond. Ma c'è spazio ancora per il rock, il jazz, il country, 
            l'etnica e molto altro.
 
 Un disco altamente godibile e decisamente sopra la media. GB
 
 Altre recensioni: A Christmas Album; The 
            First Decade; Whitewater
 
 Interviste: 2003; 2005
 
 Live reportage: 2007
 
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