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            Catena continua il suo percorso di ricerca musicale proseguendo con 
            la serie dei “Quadri Musicali”, mi sembra doveroso ricordare 
            che Paolo è anche un apprezzato pittore astratto e ultimamente 
            si è dedicato con grande impegno in questo suo percorso artistico 
            parallelo a quello musicale, non a caso le sue ultime produzioni si 
            chiamano appunto così, perché oggi, ma in un certo senso 
            è sempre stato così, per Paolo non si può scindere 
            il percorso in rami diversi, ma sono tutte facce dello stesso progetto, 
            all’insegna di un viaggio introspettivo molto profondo.
 
 Rispetto a Quadri Musicali 2, che era interamente elettronico, questo 
            vede in buona parte l’uso combinato della chitarra e dell’elettronica 
            e talvolta compare anche la batteria. Anche se l’atmosfera è 
            per certi versi molto vicina a quella del disco precedente, la chitarra 
            conferisce ai brani una nuova profondità. Paolo non ha costruito 
            dei pezzi canonici, ci avrebbe sorpreso se lo avesse fatto, piuttosto 
            continua a sperimentare con grande libertà espressiva. Se volete 
            delle coordinate, potete sempre pensare a musica cosmica, Paolo è 
            totalmente affascinato dall’improvvisazione e potete immaginare 
            degli Hawkwind più psichedelici e ipnotici, mescolati ai Tangerine 
            Dream o ai Popol Vuh, tutto molto strumentale e ancora quando canta 
            Lola nel quarto e nel sesto brano bisogna immaginare la voce come 
            uno strumento e non come alfiere di un testo. Rimane il senso palpabile 
            di mistero, le tinte oscure sono sempre presenti, Paolo ci guida con 
            mano sicura nei meandri della nostra psiche e svela l’intimo 
            con note dilatate e precise, lame che lacerano il buio, c’è 
            da chiedersi quanti hanno voglia di mettersi in viaggio sulle note 
            di Catena, non è un percorso facile. Ma non c’è 
            solo oscurità, il cammino è sempre verso la luce. È 
            quasi offensivo parlare di singoli brani, il disco si snoda come un 
            lavoro unico, come se la rivelazione dovesse arrivare alla fine del 
            disco.
 
 Rispetto ai precedenti due dischi sento un Catena sempre più 
            maturo, il suo percorso è tutto collegato, ma ogni uscita è 
            come un pezzo di mosaico che completa un grande quadro, l’opera 
            di un artista tanto controverso quanto geniale. GB
 
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 Paolo Catena per il suo progetto Quadrimusicali sembra essersi stabilizzato 
            nella cadenza annuale, oggi giunto alla sua terza esecuzione. Spazio 
            a suoni per raccontare stati d’animo e situazioni umorali. Sei 
            tele sonore per una durata media di undici minuti l’una. Questa 
            volta si presenta anche la chitarra, oltre che accenni di ritmiche 
            su di un tappeto di suoni synth. La chitarra è suonata con 
            un martello! Tutto questo ha il titolo “Aural Machine”. 
            Alcuni frangenti rimandano al Krautrock ed allo Space Rock. La chitarra 
            ruggisce, si lamenta, è sostenuta, echeggiante…. In un 
            termine soltanto: Psichedelica.
 
 “Event” è ciclica, un suono che circonda il cervello 
            a volte correndo attorno ad esso e in alcuni tratti quasi in stand 
            by. Sorge inquietudine, profondità interna all’io, tutto 
            questo può spaventare l’ascoltatore, come spaventano 
            le cose di cui non abbiamo la conoscenza. Ma anche deja vu, sensazioni 
            di essere già stati supportati da questi suoni nella vita, 
            forse Catena ha la capacità di cogliere quelle frequenze quotidiane 
            a cui non diamo peso, riuscendo a dargli volume, una vera e propria 
            voce. Una identità. Fantastico.
 
 Come suggerisce il titolo, “Metalmind” è più 
            aggressiva, distorta, la chitarra qui ha un ruolo più fisico, 
            centrale. Lamento lacerante dello strumento, agonia senza fiato per 
            un suono oscuratamente logoro. Serve capacità mentale per addentrarsi 
            in questo quadro musicale. Destabilizzante.
 
 E nuovamente, come suggerisce il titolo, “Pulse” ha il 
            battito accelerato di un cuore in corsa. Suoni industrial, elettronica 
            a sostegno del concetto. Euforia catartica.
 Ritmo cadenzato per “Slow Drums”, non poteva essere altrimenti. 
            La batteria al centro di questo vortice sintetico ed avvinghiante, 
            a tratti sospende il suono, come fosse spaventata, circondata dai 
            suoni, e quindi quasi catturata. Corre nella sua voglia di libertà 
            in maniera ansiosa, trattenuta, eterea, con la speranza di non essere 
            soffocata e raggiunta. Uno stato d’animo che raramente mi è 
            capitato di vivere.
 
 “Quadrimusicali 3” si conclude con “Space Tempest” 
            e la sua elettronica futurista. Ma quello che ho ascoltato difficilmente 
            me lo leverò dalla mente.
 
 Catena mi ha marchiato a fuoco, a mia insaputa. L’estraneazione 
            che si ha dalla realtà, dura più tempo dell’ascolto 
            del disco, quindi siete avvisati! MS
 
 Ogni brano è un vero quadro che potete vedere ed ordinare contattando 
            l’artista: https://www.facebook.com/pages/PAOLO-CATENA/212382152133512?fref=ts
 
 Altre recensioni: Quadrimusicali; Quadrimusicali 
            2; Quadrimusicali 4
 
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