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            Molte 
            generazioni sono cresciute a pane e cowboy, non a caso Tex Willer 
            è ancora oggi un fenomeno editoriale di tutto rispetto. Gli 
            immancabili film western hanno riempito le giornate di molti di noi, 
            un’epopea che ci ha fatto sognare e che torna sempre alla ribalta, 
            anche se ultimamente forse si è un po’ appannata, credo 
            per il revisionismo che ha portato a vedere i “bianchi” 
            non più come eroi.
 
 Alessandro circa undici anni fa aveva realizzato I Corti di Verbo 
            Nero e oggi torna con una trilogia sul tema. Il cantato è prevalentemente 
            in italiano, anche se dobbiamo aspettarci ancora l’uso dell’inglese, 
            che rende molto bene la teatralità di alcune “scene”. 
            Un approccio decisamente istrionico quello di Bevivino, le storie 
            che canta fanno volare l’immaginazione e non è un caso 
            se Emanuele Barison, noto illustratore e fumettista di Tex, Zagor 
            e altri, ha disegnato le tre copertine della trilogia, una collaborazione 
            che arriva come un vero e proprio riconoscimento al talento di Alessandro.
 
 Dei tre nuovi brani il primo che dà il titolo all’Ep 
            è piuttosto lungo, oltre i dieci minuti, quasi un cortometraggio 
            musicale, basta chiudere gli occhi per ritrovarsi in un polveroso 
            saloon di Tucson o di Yuma, con una colt carica nel fodero oppure 
            con un mustang sotto le chiappe che corre nei canyon selvaggi. “Hey 
            Dex” è un blues desertico che ancora sa di storie fumose, 
            consumate nei bordelli di New Orleans. Anche “Ipno Kid” 
            è costruita su un giro vagamente blues, ma abbastanza insolito, 
            quasi sixties o se preferite garage rock.
 
 Per alcuni anni Bevivino non ha pubblicato, un tempo che gli è 
            servito per maturare nuove idee e per rendere più ricco e credibile 
            il suo sound, e questo disco dimostra che il tempo non è passato 
            invano. GB
 
 Altre recensioni: I Corti di Verbo Nero; 
            Dead Ballad Session; I 
            Corti Scene Eliminate
 
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