Rock Impressions

Azure Agony - Beyond Belief AZURE AGONY - Beyond Belief
SG Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog Metal
Support: CD
- 2009


Quando si parla di Metal Progressive vengono alla mente i soliti noti, chi ama il genere ha gia capito che parlo di Dream Theater, Symphony X e compagnia bella. In effetti tutto questo non esisterebbe senza il loro fondamentale contributo, resta il fatto che per anni si è rimasti avvinghiati a questo stereotipo, tanto da rendere meno credibile il termine “Progressive”. Per fortuna non è del tutto così, esistono band che attingono da questo calderone, ma che aggiungono anche altri ingredienti per rendere questo piatto più ricco. L’Italia sta sfornando artisti notevoli al riguardo, non numerosi, ma decisamente sopra la media. Uno di questi è al proprio esordio e che esordio, sto parlando degli Azure Agony.

Proveniente da Udine, il quartetto è composto da Gabriele Paia (Chitarra), Carlo Simeoni (Batteria), Marco Firman (Basso) e Marco Sgubin (tastiere). Si formano nel 2006 proprio per il volere di Sgubin, con l’intento di suonare musica complessa ma non opprimente. Come da premessa, non è facile proporre qualcosa di veramente innovativo, ma gli Azure Agony hanno la felice intuizione di suonare brani ricchi di cambi di tempo e di umore, senza soffocarli con la tecnica strumentale. Questo punto è la croce e delizia di chi segue questo complicato filone sonoro, c’è chi predilige la tecnica a sfavore dell’anima e della melodia e chi invece viceversa ama emozionarsi anche con frangenti assolutamente più melodiosi. In questo caso sono i secondi a godere il frutto di “Beyound Belief”.
Il disco è composto da nove brani tutti di medio-lunga durata e completamente strumentali. Altro punto a favore di questi ragazzi infatti è proprio il coraggio di sfornare un disco senza cantante, generalmente il pubblico pagante sembra sempre non premiare questa scelta. E non finisce qui, perché i pregi continuano, l’incisione sonora è davvero sopra la media e valorizza il tutto, mettendo una volta in più in evidenza la meticolosa attenzione per gli arrangiamenti. Indovinati anche gli interventi di flauto da parte dell’ospite Giorgio Marcossi e quelli del violoncello di Anna Marcossi.

Un esordio davvero intrigante, perché tutto scorre grazie alla variabilità dei suoni, i ragazzi sanno quando cambiare per non stancare l’ascolto, mossa assolutamente da veterani del genere. Come avrete potuto notare non vi ho consigliato un brano in particolare, questo la dice lunga su “Beyond Belief”. Per concludere una chicca per i collezionisti, di questo album esiste anche la versione vinilica in LP. MS

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