Rock Impressions

Atoll - L'Océan ATOLL - L'Océan
Musea
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog
Support: CD - 1989 (2006)


Gli Atoll sono un pezzo di storia del prog francese e per certi versi sono paragonabili agli Ange, ma sono molto meno cerebrali. Nati nei primi anni ’70, negli anni hanno dato vita ad un sound complesso, sofisticato e melodico al tempo stesso. La formazione ha compreso due tastieristi che si sono cimentati anche con Mellotron e Moog all’insegna del classico prog. Quattro album in studio più un live e poi un parziale scioglimento con Christian Beya che porta avanti il nome del gruppo come “New Atoll” e da alle stampe questo lavoro, uscito originariamente nel 1989 e che la Musea ha ristampato, come già aveva fatto col resto della discografia.

Incantevoli le melodie orientali dell’omonima traccia d’apertura, con quelle chitarre hardeggianti e le atmosfere epiche, un piccolo gioiello tutto da riscoprire. “Quelque Part” propone ancora delle belle melodie che mi hanno fatto pensare in parte anche ai Saga, anche se il riferimento è solo per certe soluzioni armoniche e non perché i due gruppi effettivamente si somiglino. Molto più epica è “Un Soleil Caché”, come avrete capito il gruppo canta in lingua francese, ma devo dire che il risultato funziona piuttosto bene. La strumentale “Sahara part.1” ha un vago sapore medioevale, con qualche tocco orientaleggiante ed è sorretta da un giro di chitarra gitano pregevole, un discreto mix. Più in linea con la produzione tipica francese è la ficcante “Coup de Coeur”. La vena brillante del gruppo emerge con forza dalle parti strumentali di “Hymne à Laiah”. Spettacolare anche il chitarrismo di “Lune Noire”. Le bonus tracks sono un brano dell’83, che penso sia inedito, ma non è un gran che, e due brani registrati dal vivo in Giappone nel tour di supporto al presente album che ci mostrano come il gruppo fosse in forma.

L’Océan ha il sapore amaro dell’addio ad una formazione di indubbio valore, ma riscoprirne la bellezza oggi è anche fonte di piacere, una perla di prog francese che rende onore ad un paese che ha dato un contributo al genere, ma ha raccolto molto poco. GB

Altre recensioni:
Illian, J'Entends Gronder la Terre




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