Rock Impressions

Arcade Messiah ARCADE MESSIAH - Arcade Messiah
Stereohead Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Prog Metal
Support: mCD - 2014


John Bassett è un musicista polistrumentista brillante, leader dei Kingbathmath coi quail ha realizzato degli album di prog molto belli, lo scorso anno ha debuttato come solista con un album acustico toccante e pochi mesi dopo ha dato vita a questo nuovo progetto strumentale di prog metal a tinte forti. Ho voluto recuperare questo disco in occasione dell’uscita del secondo album, perché mi spiaceva di non averne ancora parlato.

Si parte con “Sun Exile”, il ritmo è incalzante, sembra una macchina che corre verso un orizzonte cupo. Il senso drammatico è forte, sottolineato da un chitarrismo nervoso e una ritmica ossessiva. Gli amanti del prog partorito dai King Crimson e dai VDGG hanno pane fresco per i loro denti, nessuna imitazione però, si tratta piuttosto di una vicinanza di atmosfere e di vibrazioni dark. Un inizio avvincente. Molto diversa “Your Best Line of Defence is Obscurity”, solenne, cadenzata, sempre con un grande senso drammatico, quasi una piece classica romantica, nel senso del tormento interiore. “Traumascope” ha un titolo che non fa stare tranquilli, ma non è così dark come potrebbe sembrare. Piuttosto è molto prog, dominata da geometrie non comuni, anche nelle parti più doom, buono il crescendo finale. “Aftermath” è quasi pinkfloydiana, ma mi ricorda molto anche i Goblin. Si discosta molto dai brani precedenti, gli elementi metal hanno lasciato il posto ad un tappeto soft molto gotico. Brano un po’ breve, che forse poteva essere sviluppato meglio con un finale improvvisato e psichedelico. Con l’oscura “Everybody Eating Everyone Else” si torna ad ambienti apocalittici e dannati, dove il metal diventa metafora di un disagio a cui è difficile dare risposta. “The Most Popular Form of Escape” è più prog e meno metal, ma restiamo sempre in un contesto molto ruvido. Molto bella la parte finale, con intrecci ritmico armonici da brividi. Chiude “Roman Resolution”, un brano dall’incedere stralunato, che solo dopo circa tre minuti inizia a prendere quota, anche se poi riprende il tema iniziale, in un altalenante gioco di rimandi e un finale complesso e disturbante.

Gli Arcade Messiah sono un concentrato di musica apocalittica, Bassett dimostra una fervida creatività, anche se non è una proposta proprio per tutti. Però credo che la tensione presente nella sua arte sia un’ottima metafora del senso di precarietà di questi anni turbolenti. GB

Altre recensioni: II

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