Rock Impressions

Altaria ALTARIA - The Fallen Empire
Metal Heaven

Un gradito ritorno questo degli Altaria. Dopo il debutto del 2003 con “Invitation”, ed il successivo “Divinity” (2004), è la volta di “The Fallen Empire”. C’è una variante nella line-up, il chitarrista Jani Liimatainen lascia il gruppo per dedicarsi a tempo pieno al progetto Sonata Artica ed il suo posto viene rimpiazzato dall’amico della band J-P Alanen (ex Celesty).

Il disco prosegue il cammino intrapreso con “Divinity” e nel percorso dei brani ci imbattiamo anche con due special guest di lusso, il chitarrista Rowan Robertson (Dio) ed il tastierista Henrik Klingenberg (Sonata Artica).

La voce di Taage Laiho è buona e ben lega con il brano iniziale “Disciples”, un mid tempo dal buon ritornello, ma dalla scontatezza francamente marcata. Comunque sei minuti di buon Heavy Metal, come i nordici sanno fare…. e non mancano di certo i cori! “The Valley Of Rainbows” è meno epica e più commerciale, malgrado ciò riesce ad emozionare grazie ai richiami strutturali cari ai vecchi Accept. Un buon disco di vero Heavy Metal è assolutamente fedele alla linea e gli Altaria nel tempo lo hanno imparato, infatti “Abyss Of Twilight” prosegue nell’intento. Personalmente mi esalto di più negli gli assolo di chitarra che durante il cantato, ma questo è solo a mio gusto. Le atmosfere diventano rarefatte con “Frozenhearts”, altro mid tempo che ricorda nuovamente i vecchi dischi di Udo & company. Con “Crucifix” siamo in territori Helloween, mentre “Showdown” riporta tutto nei canoni Altaria. “The Lion” è un altro piacevole momento di vigore, addirittura molto vicino all’AOR. Malgrado nel sound non ci sia nulla di nuovo, gli Altaria sanno come allietarci, fra mid tempo e up-tempo saggiamente cuciti a buone melodie.

Purtroppo non mancano nemmeno in questo disco i momenti di stanca, altrimenti staremo qui a parlare di un capolavoro, ma forse questo non interessa nemmeno a loro! In fondo l’Heavy Metal nasce così e forse mai morirà, proprio perché questo è l’unico genere dove la sperimentazione non è proprio di casa (la troviamo nel Progressive Metal), ma c’è solo voglia di energia, di sudore, di stare insieme e cantare. Tutto questo è ciò che serve per la continuazione della specie. Ok Altaria, il messaggio l’abbiamo ricevuto. MS

Altre recensioni: Divine Invitation

Interviste: 2006


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