Rock Impressions

Zodiac Mindwarp - We Are Volsung ZODIAC MINDWARP and the LOVE REACTION
We Are Volsung
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Sleazy Rock
Support: CD - 2010

Ricordo ancora molto bene la copertina di Tattoed Beat Messiah, il primo divertente album di Mark Manning in arte Zodiac Mindwarp uscito nell’88, ma da allora avevo perso le traccie di questo rocker tutto d’un pezzo, un animale da palco che aveva dato vita ad un rock stradaiolo pieno zeppo di energia e che aveva diviso il palco con sua maestà Alice Cooper e coi Guns ‘n’ Roses. Per cui ho provato una certa sorpresa nel ritrovare questo personaggio oggi con un nuovo disco, il sesto in studio, sicuramente in questi ventidue anni il nostro non è stato molto produttivo, ma penso sia già un successo essere rimasto in pista con un genere che tutto ha fuorché essere innovativo.

La formula di Zodiac è quanto mai semplice e al tempo stesso efficace: hard rock energico, venato di punk, di tanta ironia e di depravazione, riff secchi che prendono allo stomaco e popano adrenalina. Non è un caso se il nuovo album di dieci brani non supera di molto i trenta minuti, è musica veloce, da consumare in fretta, magari ad un party prima di imboscarsi con una procace gropie. Insomma il solito vecchio rock ‘n’ roll in versione aggiornata e potenziata.

Ecco allora le tre note ripetute in modo ossessivo di “Stark Von Oben” che aprono il cd, la batteria martella i suoi quattro quarti con consumata precisione e poi c’è il canto sporco, immorale, scurrile di Zodiac, pervade il tutto di una forza trasgressiva che oggi ha perso parte della propria efficacia. “We Are Volsung” è più cattiva e tribale, meno anthemica del titolo precedente, ma non meno diretta. Con “We Ride” sembra di tornare indietro nel tempo, una cavalcata punk rock che funziona sempre. “Three Rider” ricorda i Motorhead, ma aggiunge poco, meglio la cattiva “White Trash”, con cui è difficile stare fermi. “Don’t Touch My Guitar” è punk rock impersonale, mentre “Lucille” spinge più sul versante hard rock, Zodiac è più caustico e graffia di più. “Die Pretty” da ancora l’impressione che le idee siano un po’ diminuite, la band gira su se stessa. Divertente il giro di “Key to Your Heart”. Ma il colpo di coda di questo istrione è la conclusiva “Kill a Mockingbird” una vera canzonaccia blues, fra l’acustico e l’elettrico, per tutti i motherfukers di questo pianeta!

La formula di Zodiac coi suoi Love Reaction in passato ha dato una effimera notorietà a questo personaggio, che oggi appare vagamente folkloristico, ma che in un certo modo si è ritagliato il suo spazio nella storia del rock. Zodiac Mindwarp oggi non è più così dissacrante e trasgressivo come agli albori della sua carriera musicale, ma in fondo è rimasto dignitosamente fedele a se stesso ed in fondo diverte ancora chi sa apprezzare questo tipo di musica. GB


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