Il bassista Andrea Viti (Afterhours, Karma, Dorian Gray) e la danzatrice
e compositrice Silvia Alfei (entrambe vantano numerosissime collaborazioni)
nel 2009 hanno dato vita a due progetti, i Dual Lyd e il presente.
Per questo disco hanno ristrutturato un casale e si sono immersi in
un mood creativo, quello che ascoltiamo è quindi un disco nato
in modo abbastanza inusuale di questi tempi e devo dire che durante
l’ascolto si percepisce che c’è qualcosa sotto.
I due non hanno fatto tutto da soli e alcuni musicisti li hanno accompagnati,
Francesco e Guglielmo Capiotti, Philip Romano e Simone Marchioretti.
In particolare mi piace sottolineare che Francesco Capiotti fa parte
dei Facciascura, che hanno da poco pubblicato il loro album, su cui
Andrea ha partecipato.
Il disco si snoda lungo dieci tracce di rock alternativo, che presenta
diversi riferimenti, senza copiarne nessuno. Si può partire
da Nick Cave e Mark Lanegan, non si può certo non notare qualcosa
del compianto Lou Reed, qualche venatura indie e anche di classico
rock, fra ballate molto suggestive e spaccati graffianti di modernità.
Silvia dà un tocco molto sensuale al progetto, ricordo di averla
vista sul palco coi Sursumcorda, come ballerina, in questa veste non
è meno intrigante, Andrea dal canto suo ci mette tutto il suo
intuito rock, che ha sviluppato lungo tutti questi anni in cui si
è speso con ottimi risultati. I pezzi sono tutti interessanti,
non ce n’è uno che spicca, perché il disco ha
una sua completezza, che si assapora ascolto dopo ascolto e ogni volta
da emozioni nuove. Per me è stato una sorpresa, perché
non è facile trovare nel nostro panorama un disco cantato in
inglese di rock che convince senza sembrare il clone di qualcosa di
già ascoltato. In particolare mi sono piaciuti molto i suoni,
perché sono avventurosi e molto personali, la ricerca dei nostri
ha dato ottimi frutti e fanno di questo lavoro qualcosa di significativo.
Andrea e Silvia hanno dimostrato di essere davvero ispirati e spero
che questo disco sia solo l’inizio di una proficua collaborazione,
perché se con questo lavoro hanno fatto centro, col prossimo
potrebbero davvero lasciare il segno. GB
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